Gelasio Adamoli
Innovazione tecnologica, impresa e competitività


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     Per comprendere meglio la consistenza del problema in questione, consideriamo il caso dell’adozione di una innovazione tecnologica risparmiatrice di lavoro
     L’incentivo che dovrebbe spingere l’imprenditore a innovare è la riduzione del lavoro ( e dei salari) che ne deriverebbe. Ma vi sono altri imprenditori nelle sue stesse condizioni: se essi introdurranno l’innovazione spinti dal medesimo incentivo, la domanda di lavoro aggregata cadrà, è insieme ad essa i salari. Quindi il nostro imprenditore non ha alcun incentivo a introdurre innovazioni. Ma se tutti gli imprenditori faranno il suo stesso calcolo (cioè non innovano), il risultato aggregato sarà collettivamente negativo: domanda di lavoro e salari aumenteranno, e l’innovazione razionalmente evitata ritornerà all’ordine del giorno. (38)

3. La teoria di Nelson e Winter.

     Questa teoria condivide con tutti i modelli evoluzionisti, (39) aventi per oggetto il cambiamento economico, alcuni importanti assiomi.
     Il quadro teorico economico evoluzionista, rigettando le assunzioni neo classiche della perfetta conoscenza di tutti i partecipanti al processo economico, della completa possibilità di fare previsioni, del comportamento economico massimizzante e della competizione illimitata, è caratterizzato dai seguenti principi:
     incompletezza dell’informazione.
     incertezza delle previsioni.
     indifferenza all’idea dell’operatore economico come attore massimizzante di profitti e utilità. (40)

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(38) ) Cfr. P. Perulli, Società e innovazione, Il Mulino, Bologna, 1989.

(39) ) I modelli evoluzionisti sono definiti tali in quanto considerano l’oggetto dei loro studi alla stregue di organismi viventi. Quelli che si occupano del cambiamento economico, utilizzano concetti e rappresentazioni provenienti tanto dalla teoria economica quanto dalle scienze esatte. Ad esempio, il concetto di routine è ricavato dalla teoria dell’organizzazione dell’impresa e si riferisce ad operazioni ripetitive e invariate nel tempo da parte degli attori economici al punto da rappresentarne il patrimonio genetico. Dalla biologia, inoltre, ricava concetti quali mutazione, adattamento e selezione a cui rispettivamente corrispondono in economia l’innovazione, l’imitazione e la concorrenza. (Cfr. AA.VV., Enciclopedia della Finanza, “Edizione speciale Milano Finanza”, Garzanti, Milano, 2002).

(40) ) Cfr. G. Zanetti, Innovazione Tecnologica e struttura produttiva, Utet, Torino, 1991.