Deborah Tolomeo
La 'Stampa Rossa' a Genova (1945-1953). Le Carte Adamoli


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“Si assiste ad un costante monitoraggio dell’andamento dello sciopero e così per lungo tempo l’argomento compare sempre tra le notizie più importanti della prima pagina, spesso accompagnato da foto, dalla pubblicazione di numerosi interventi di personalità e giornalisi (il direttore Gelasio Adamoli, il vicedirettore Tortorella, il direttore dell’Unità romana Ingrao, il segretario della Federazione genovese del PCI Secondo Pessi, il segretario generale della CGIL Giuseppe Di Vittorio); inoltre in più occasioni esso si impone come tema unico della Terza pagina”. (66)

     L'egemonia della FIOM sul movimento operaio, in quell'immediato dopoguerra, lo condusse a sostenere una politica difensiva: le tensioni espresse dalla base venivano scaricate sui "bravi operai" e sindacalisti delle Commissioni interne, che quindi si trovarono a gestire "una forte conflittualità, nel senso di ridurne le potenzialità esplosive con la mediazione e la discussione". (67)

"in attesa che la classe operaia si imponesse come egemone nella società italiana, si proponeva (...) come prima tappa, di stimolare una trasformazione della qualità dei rapporti sociali di produzione all'interno della fabbrica".

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(66) B.Bario, L’edizione genovese dell’Unità, cit., p. 68.

(67) Maiello A., Un sindacato allo specchio. La FIOM ligure, Franco Angeli ed., Milano, 1989, p.185. In merito al carattere difensivo della politica delle organizzazioni sindacali di sinistra, si consideri anche che Il 18 ottobre 1950 la CGIL aveva accettato un accordo sui licenziamenti individuali, che lasciava mano libera agli imprenditori nella sostituzione del personale; il rapporto di forze si era spostato sempre più a favore di un padronato che si rafforzò ulteriormente grazie al boom innescato dalla guerra di Corea (25 giugno 1950 -29 luglio 1953). (Cfr. G. Galli, Storia del PCI, cit., pp. 189-196).