Deborah Tolomeo
La 'Stampa Rossa' a Genova (1945-1953). Le Carte Adamoli


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     A Genova, così come in ambito nazionale, la campagna elettorale del 1948, con lo scontro tra la DC da una parte ed il Fronte Popolare dall'altra, vede un'innalzamento dei toni, un "allarmismo esagerato". Ricorda Giuseppe Manzitti:

"Gli industriali erano preoccupati e si erano dati da fare per sostenere economicamente la DC.(...) Il risultato fu un grande balzo in avanti della DC e la sconfitta del Fronte popolare. (...)". (74)

     Ed ancora:

"Lo scontro politico continuava. Eravamo in piena Guerra Fredda e le elezioni, non solo quelle del 1948, erano sempre molto accese: il timore che i comunisti vincessero era sempre molto forte nella borghesia e tra gli imprenditori (...) e gli aiuti degli imprenditori andavano ai partiti come la DC e il Pli". (75)

     Dopo la sconfitta elettorale e l'attentato a Togliatti - che provoca a Genova durissime manifestazioni di piazza, guidate da operai ed ex partigiani armati (76) - il PCI e la CGIL scatenano la piazza in una violenta "ginnastica delle masse". Lo choc per i ceti medi è potenziato dalla composizione sociale della città, in cui la percentuale operaia è predominante (le industrie meccanica e siderurgica contano migliaia di dipendenti); (77) quest’ultima, guidata dal PCI, (78) resiste con la forza al piano di ridimensionamento post-bellico ed alle massicce riduzioni di personale nelle aziende di proprietà dell’IRI. (79)

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(74) Manzitti G., Tempo di ricordare, cit., p. 80.

(75) Ibidem, p.82

(76) “Il 14 luglio [1948, ndr], verso mezzogiorno, lo studente siciliano Antonino Pallante ferisce con quattro colpi di rivoltella Togliatti (...) nel primo pomeriggio hanno luogo in tutto il Paese violente manifestazioni che vanno via via assumendo carattere insurrezionale. A Genova la folla si impadronisce delle autoblindo della polizia, inviate a pattugliare la città, mentre in tutta la Liguria gli operai e gli ex partigiani riprendono le armi conservate fin dal 25 aprile.” (Galli G., Storia del PCI. Livorno 1921, Rimini 1991, Kaos edizioni, Milano, 1993, p. 182). La città vive un'esplosionedi violenza per le strade, con attacco alle caserme, scontri, erezione di barricate. (Cfr. E. Baiardo, L'identità nascosta.Genova nella cultura del secondo novecento, Genova, Erga ed., 1999, p.35).

(77) Le unità impiegate dell’industria della provincia di Genova sono 109.340 alla fine del 1946. (Cfr. P. Rugafiori, P. Arvati, Storia della Camera del lavoro di Genova., cit., p. 36).

(78) Tra i lavoratori di genovesi il PCI è il partito che conta maggiori adesioni. Nel 1946 il segretario generale della Camera del lavoro, Antonio Negro, è comunista, così come otto su tredici segretari delle Camere del lavoro periferiche. Alle elezioni sindacali ha il 60.4 % dei voti, con punte del 70-75% nelle federazioni di categoria maggiori, metalmeccanici, edili, chimici.Al primo congresso della Camera del Lavoro di Genova nel febbraio 1947, la composizione della futura Commissione esecutiva attribuisce 10 membri al PCI, 6 al PSI, 4 alla DC, 2 ai Comunisti libertari e 1 al PRI.(Cfr. P. Rugafiori, P. Arvati, Storia della Camera del lavoro di Genova., cit., pp. 121 e segg).

(79) Ansaldo, Oto, Morteo per il settore meccanico; Siac, Ilva e San Giorgio (quest’ultima dall’ottore 1946) per quello siderurgico.P. Arvati, P. Rugafiori, Storia della Camera del lavoro di Genova,cit., pp. 36-47, precipue 37-38. Per un quadro completo del ridimensionamento operato nelle aziende di proprietà IRI tra il 1945 e la metà degli anni Cinquanta cfr.: G. Mori (a cura di), Storia dell'Ansaldo: dal dopoguerra al miracolo economico, 1945-1962, libro VII, Roma-Bari, Ed. Laterza, 2000, in particolare i saggi: Economia e società in Italia dal dopoguerra al centro-sinistra, pp. 1-25; P. Arvati , Conflitti sociali e politici nella città divisa, pp. 182-186; G. Mori, Un quadro d’insieme, pp. 193-200. Cfr. anche V. Castronovo (a cura di), Storia dell’Ansaldo. Un secolo e mezzo. 1853-2003, libro IX, Roma-Bari, Ed. Laterza, 2003, in particolare i saggi: P. Arvati, L'ansaldo e la sua città, pp. 438-440; F. Peschiera, V. Traverso, Il sistema delle relazioni industriali, pp. 383-87; A. Maiello, La classe operaia dell'Ansaldo, pp.303-346, precipue pp. 334 e segg.).