Deborah Tolomeo
La 'Stampa Rossa' a Genova (1945-1953). Le Carte Adamoli


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1.2 Chi amministra Genova? I protagonisti politici locali
dalla Liberazione alla "città divisa" (1945 - 1956)

     In ambito locale, così come in quello nazionale, i partiti protagonisti della scena politica nel periodo postbellico sono il PCI, la Democrazia Cristiana e il PSIUP, che consolidano la loro presenza nella società ed acquisiscono negli anni del dopoguerra l'organizzazione tipica dei partiti di massa.
     La città di Genova viene liberata dal movimento partigiano, (56) perciò è il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) a nominare la prima amministrazione cittadina ed il sindaco, il socialista Vannuccio Faralli, che governerà Genova fino all'autunno del 1946. Inoltre i cittadini genovesi esprimono una netta preferenza a favore della Repubblica durante il referendum istituzionale del giugno 1946 (57) e, mentre su scala nazionale è la DC vincere le consultazioni per la composizione dell'assemblea Costituente, nel capoluogo ligure la situazione è ribaltata. (58)
     I dati confermano l'importanza che i liguri attribuiscono, nella scelta dei propri rappresentanti, all'esperienza resistenziale e all' adesione alle vicende storiche legate alla Liberazione. (59) Non a caso nell'immediato secondo dopoguerra il PCI ligure, protagonista assoluto del movimento partigiano, risulta il partito più forte della scena politica genovese. (60) Nel 1945 il PCI ha:

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(56) Il Gen. Meinhold si arrende al corpo “volontari della libertà” alle ore 19,30 del 25 aprile 1945 nella residenza del Card. Boetto a San Fruttuoso. Il 7 maggio la Germania firma la resa incondizionata. Cfr. Giacchero G., Genova e la Liguria nell’età contemporanea. 1815-1962, II, Genova, Carige, 1970.

(57) Ricorda Giuseppe Manzitti, antifascista e direttore dell'Associazione Industriali di Genova dal 1945, per trentasette anni: “Dal punto di vista politico vi era stato per prima cosa il referendum tra monarchia e repubblica. La campagna elettorale non era stata particolarmente accesa; pareva un fatto scontato che dovessimo fare questa scelta (...) il nord Italia era prevalentemente repubblicano (..) L'esito del referendum per me era scontato e non ricordo particolari festeggiamenti nè sorprese. Genova aveva votato massimamente per la Repubblica”. Manzitti G, Tempo di ricordare. Genova e il Novecento nella memoria di un protagonista riservato, Genova, De Ferrari Editore, 1999, pp. 77-78.

(58) Al referendum del 2 giugno 1946 il 74% dei genovesi votano a favore della Repubblica; nelle elezioni per la Costituente, contestuali al referendum, a Genova è il PCI ad avere la maggioranza dei consensi (31%), seguito dal partito socialista (28,6%) e dalla DC (25,6%). Cfr. M.E. Tonizzi, Il ceto politico locale a Genova e provincia:1946-1951, in "Storia e Memoria", ILSREC, 1995, 1, precipue pp 46-48.

(59) Tra gli eletti alle amministrative del 1946, il 45% dei consiglieri ha preso parte alla lotta di Resistenza e il 26% è stato membro dei Cln liguri: così Vittorio Pertusio e Vannuccio Faralli. Il 76% degli eletti con un passato resistenziale fanno parte del , il 71% del Partito Socialista. Ibidem, p. 58.

(60) (Ibidem, p.46) Il periodo della lotta partigiana aveva consentito al PCI di estendere le proprie forze: già dal 1943 il aveva cominciato ad aggregare clandestinamente i gruppi di attivisti sopravvissuti, isolati nelle zone operaie e ad operare per un allargamento della base del partito. N. Simonelli, Raffaele Pieragostini (1899-1945). Contributo ad una storia del Partito Comunista a Genova, redatto a cura della Fed. del di Genova, 1974, Genova, pp. 109 e segg., in particolare p. 115.