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L'ultima dimoraa cura di Federico Adamoli (2008
stampato in proprio
305 pagine) |
ingegnere, Giulianova (18-5-1892). che non lascia nemici nel mondo, ma solo entusiasti ed affezionati; era tutta la potenza della sua memoria che ingigantiva in quel funebre apparato, che scuoteva le fibre più scettiche e indifferenti. E' morto a settant'anni, ma è parso come rapito da un turbine. Se ad uno ad uno s'interrogassero i cittadini di Giulianova, che in massa vollero rendergli spontanei onori; se ad uno ad uno s'interpellassero gli amici che gli facevan sempre lieta corona, essi vi risponderebbero: "La falce della morte ha deviato: Gaetano de Bartolomei non poteva, non doveva morire!" E, così rispondendo, essi obbediscono all'impulso immediato del cuore, poiché gli uomini diventano rari, e quelli che, fiduciosi e integri, consacrarono la vita intera a beneficio d'un paese, hanno diritto all'omaggio d'ogni classe, hanno diritto alla vita immortale del ricordo. Chi fosse Gaetano de Bartolomei più d'uno ha detto sul suo tumulo, ed alla parola si è mista la lacrima del sentimento: io che fanciullo, l'ho conosciuto; io che della sua esperienza mi son giovato, che della sua franca amicizia, della sua stima sono andato superbo, io piango ora sulla sua tomba e invito quelli che come me gli furon compagni a sparger
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