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L'ultima dimoraa cura di Federico Adamoli (2008
stampato in proprio
305 pagine) |
studente, Teramo (18-5-1892). Un giovinetto che molto prometteva, biondo e bello, amore de' suoi genitori, allievo nel nostro Convitto nazionale, Valfrido Magliocchini moriva la mattina di domenica, per un crudele morbo. E' indicibile la scena di dolore che ne seguì in casa sua, sul funebre capezzale! I poveri genitori, la sorellina sarebbero giuntisi ai più disperati estremi, se la pietà degli amici, dei vicini, dei padroni di casa non li avesse frenati e sorretti in tanta immeritata sciagura. E la città ha diviso il loro dolore, dimostrando ancora una volta che in essa i forestieri si trovano come in casa loro, ed hanno chi piange con loro nei giorni della sventura. Solenni ed imponenti furono i funerali, ad invito del Preside-rettore. Il corteo era formato da tutta la studentesca con bandiere abbrunate: prime le scuole elementari, e poi la scuola tecnica, l'Istituto tecnico, il Liceo ginnasiale, una rappresentanza del Seminario, il Convitto nazionale. La cassa mortuaria, cosparsa di rose bianche, preceduta dalla banda comunale e dal direttore spirituale del Convitto precedeva in mezzo ad un quadrato di convittori, quattro dei quali, i più grandicelli, la portavano.
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