L'ultima dimora

25 anni di annunci funebri sul  Corriere Abruzzese (1876-1899)

a cura di Federico Adamoli (2008, stampato in proprio, 305 pagine)

La pubblicazione consiste in una versione cartacea di 305 pagine comprendente 500 schede, alla quale è allegato un supporto digitale che racchiude la globalità dei 1200 personaggi incontrati tra il 1876 ed il 1899.
Il volume può essere richiesto contattando il curatore all'indirizzo di posta elettronica.





Elenco dei nomi
[pubblicazione cartacea: 500 schede]



Elenco dei nomi
[supporto digitale allegato: 1200 schede]



Indice dei nomi e toponimi



L'Ultima Dimora (1900-1928)






                                                           "...non lascian un nome pel mondo"
                                                                                       (Eugenio Cerulli)

      L'annuncio funebre ha rappresentato uno dei più tradizionali contributi nei periodici locali sin dalla loro prima diffusione. La notizia del decesso di un componente della comunità locale, quando non si limitava ad una semplice e sintetica comunicazione, assumeva la forma di vero e proprio elogio funebre, la cui stesura veniva sovente affidata a persone in grado di esprimere l'enfasi e la retorica attraverso la quale venivano fatti risaltare il valore e le imprese compiute dal defunto nella vita, con lo scopo magari di suscitare nella comunità una forte emozione, al punto che «il lutto che ha colpito la famiglia del defunto appare come il lutto di tutta la città» (Polibio); spesso con l'obiettivo di ricavare con la sintesi biografica delle figure più luminose un utile insegnamento per la comunità stessa.
      Si tessono quindi le lodi del defunto, e nel ricordo vengono scelti quegli accadimenti che facilmente raccolgono la condivisione della comunità; la benevolenza ed il tacere sugli aspetti negativi del defunto (tradizionalmente definito come il compianto, la buonanima) fanno quindi parte dell'ossequio funebre, ed ispirano sempre un giudizio di assolvimento, quanto meno dettato da un sentimento di pietà (secondo taluni studiosi questo atteggiamento troverebbe origine da un'ancestrale retaggio nella generalizzata paura dei morti).
      Nella sua forma più estesa, l'elogio funebre che compariva sui periodici locali, corredato spesso da un completo profilo biografico del defunto, si affiancava alla pubblicazione a stampa di veri e propri opuscoli, che venivano editi per i personaggi più in vista della comunità, di cui si intendeva conservare l' imperituro ricordo.
      Questa ampissima scelta dei più interessanti annunci funebri comparsi sul Corriere Abruzzese tra il 1876 ed il 1899 si propone anche di aprire uno squarcio su parte di quella moltitudine di oscuri cittadini che animò la vita teramana di fine ottocento (impiegati, artigiani, funzionari, medici, professionisti, politici, sacerdoti, studenti, figure femminili e i tantissimi patrioti del risorgimento italiano), ma anche di gettare una luce nuova su svariati personaggi 'minori' per la storiografia locale, ma di chiara fama nella comunità del tempo, che lo scorrere del tempo ha portato all'oblio, ed alcuni dei quali meriterebbe indubbiamente uno studio più approfondito.

                                                                                           Federico Adamoli





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