Era Silvi




Cronache balneari del passato (5)

(pubblicato su: "Silvi Libera")

         Proseguendo le rievocazioni delle estati di Silvi di fine ottocento, ho rintracciato ulteriori cronache che si riferiscono al 1882, nelle quali sono presenti alcune notizie molto interessanti, perché vengono forniti alcuni particolari riguardo le primitive strutture di cui potevano usufruire i bagnanti.
         Il cronista (Furio) trova nel “sito incantato” silvarolo molti bagnanti, tra i quali si fa notare la presenza del monsignore arcivescovo di Chieti, ospitato nel casino di Pretaroli, dove una “ressa di cornacchie” si reca a fargli visita. Quanto alle strutture ricettive, per la verità Silvi nel 1882 non ha ancora uno stabilimento balneare: “vi si bagna in pagliaje, che ricordano l'età preistorica, e i bagnanti in costume preadamitico si bagnano e passeggiano”.
         E qui Furio esprime tutta la sua preferenza per questo sistema arcaico, poiché riferisce che essendo egli andato a “bagnarsi” nella spiaggia di Giulianova, dove è invece presente uno stabilimento, dopo essersi “rintanato dentro un casotto” gli fu presentata una “vestitura di maglia”; egli è quindi costretto ad indossare un costume (nel quale si trovò molto male), a causa dei regolamenti comunali di polizia.
         In quell'anno sono presenti a Silvi due “clubs”: uno del Montanari, posto nell'antico sito del Caffè, che è fornito di un magnifico organetto a manubrio con 20 sonate diverse; l'altro, a soli dieci metri di distanza, è gestito dal “mago” Aurelio Ciampani, e sembra essere stato inaugurato proprio in quell'anno: aperto ogni sera dalle otto a mezzanotte per le serate danzanti, dove il “sesso gentile ha il sopravvento”, ne sono assidue frequentatrici le signorine Rossi, le due sorelle Filipponi e la signorina Petrucci.
         Il “Club dell'Armonia” di Ciampani (questo il suo nome) è ritenuto un club di alto livello, bene arredato: dotato di un pianoforte e di un organetto, ha a disposizione dei frequentatori due ampie sale e due giardinetti che guardano l'uno la “via rotabile” e l'altro il mare (inoltre si annuncia per l'anno successivo l'apertura di un nuovo salotto e di un gabinetto da “toilette” per le signore) Per iscriversi nel club di Montanari bastano sei lire, mentre in quello di Ciampani ne occorrono più del triplo, cioè venti. In quest'ultimo è esposta anche una tabella con i nomi dei soci, tra i quali il cronista annota quelli del deputato Patrizi, di Giampietro e Rossi.
         Parte di queste notizie sui clubs silvaroli del 1882 vengono riferite da un altro cronista non abruzzese, che si firma come Alexis. Per sottolineare come in quegli anni Silvi avesse acquisito già una notevole rinomanza, Alexis si affretta a proclamare “questo lembo di terra” come “una fra le più pittoresche ed ospitali contrade della nostra Italia. Il piccolo Silvi brilla di luce propria, sì da destar l'invidia di Stazioni balneari già in gran fama e sorrette da reclames clamorose e possenti”; “spiaggia amena fra le amene, superiore a tutte per salubrità d'aria, per varietà di colli, coperti di vigneti verdeggianti, seminati di villini”.
         A testimonianza di come in quegli anni esistesse già un notevole grado di attrazione di Silvi verso quella che oggi chiamiamo “area metropolitana di Pescara”, il cronista Alexis, che si dimostra conoscitore della realtà locale, afferma che Silvi e Castellamare Adriatica “si compendiano”; egli sottolinea che gli abitati posti alla foce del Pescara sono destinati ad un avvenire brillante, sottolineando il “movimento nervoso” del centro che costituisce il ritrovo delle famiglie più conosciute ed aristocratiche delle due provincie limitrofe.
         Alexis commenta gli ultimi sgoccioli della stagione balneare dell'anno 1882: per la chiusura dei bagni (siamo a metà settembre) Aurelio Ciampani organizza una festa veramente fuori dal comune (“un'idea veramente americana!): egli infatti riunisce nelle sale del suo club le famiglie di tutti i soci ed offre loro divertimenti per 24 ore filate! Alle 8 del mattino servizio di caffè, cioccolata e pizza dolce. Alle ore 11 giunge la banda di Francavilla, ingaggiata appositamente per la festa. Dopo il pranzo si svolgono le “regate”, disturbate però dalla pioggia e dal vento di fine estate, che deprimono l'umore dei partecipanti, rianimato prima da alcune strisce di fuoco, provenienti da alcune barche ancorate in mare, quindi in una apoteosi, da un vero e proprio spettacolo pirotecnico proveniente dalla collina: una fantastica illuminazione originata da bengala, numerose bombe e razzi. Nei locali del “Club dell'Armonia”, dove con l'arrivo del 'treno dei Teramani' il pubblico si è ulteriormente accresciuto, la festa di chiusura della stagione prosegue grazie alla banda di Francavilla, e la notte passa tra musica e danze, sino alle prime luci dell'alba. La festa ebbe un tale successo, che l'anno successivo venne replicata.

        Federico Adamoli

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