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a cura di Federico Adamoli

Carlo Eugeni e la storia dello sport teramano


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     Il professore, credendo nella mia stazza fisica - pesavo allora sugli ottantaquattro chili - mi disse, la sera che superai in allenamento i trentadue metri nel lancio del martello: “Tu sarai il numero due del lancio del martello della D'Alessandro”. In quel momento il numero due era Enrico Bellabona, mentre il numero uno era sempre Ercolino D'Eugenio. Pensai: non mi sento di raggiungere loro, che già utilizzavano il tipico giro per il lancio; certo che ce ne vorrà di tempo! Mi mantenevo solitamente sui trenta metri e senza giro, utilizzando quello del lancio del disco. Però, da quella volta, partecipai con la D'Alessandro a tantissime gare allo Stadio Adriatico, dove il settore lanci era stato portato nell’antistadio accanto alla pinetina, ed al Campo Scuola di L’Aquila. In occasione di una competizione, quando avevo ultimato le prove del lancio del disco, questa volta all’interno, ricordo l’ultima gara di Corrado Pellanera, quando per un autentico soffio non superò l’1,82 all'ultima prova. Ricordo di aver assistito al record abruzzese del salto con l'asta del pescarese Fanese che provava, se non erro, i 4,20. Rivedo il prof. D'Agostino sulla pedana del salto in lungo che seguiva Carlo Cappelletti controllando le sue rincorse. Ricordo l’ingrato Leo Iannetti, nel disco da 2 kg., che mi doppiava ripetutamente.
     Quello che mi è rimasto del professor Eugeni è il suo lato umano, perché molti di noi, pur non essendo campioni, sono stati avviati all'insegnamento, e fra questi c’ero anch’io. Suonò un pomeriggio a casa mia il maestro Walter Di Ubaldo, insegnante elementare e giudice di campo, distaccato all’Ufficio del Coordinatore di Educazione Fisica, facendomi intendere che il professor Angelo Gaspero mi invitava nel suo Ufficio per una supplenza annuale. Nello stesso Reparto e come Organizzatore di gare scolastiche era onnipresente il Prof. Eugeni. Dopo 37 anni d'insegnamento – e grazie anche al suo interessamento - questa sera sono qui, in pensione, a ricordare, molto brevemente, la sua figura paterna. Quanti di noi, tra presenti ed assenti, hanno ricevuto del bene da Carlo Eugeni? Tanti, davvero tanti e di entrambi i sessi!