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a cura di Federico Adamoli

Carlo Eugeni e la storia dello sport teramano


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     Lo avevamo contattato per venire a fare un convegno, e fare un omaggio a Livio Berruti. E lui, che aveva 97 anni e non camminava, disse: “Io vengo con le stampelle e mi accompagnano i miei figli, ma ad un patto, che mi fate parlare di Carlo Eugeni. Perché voi non sapete, avete un grande e non ve ne siete mai accorti”. E noi questa sorpresa l'abbiamo dovuta accogliere da chi? Da un tecnico romano, il che credo sia un po' tutto dire.
     Penso che il nostro territorio possa vantare, e tutti ne siamo coscienti, una ricca tradizione sportiva, un ricco ventaglio di campioni che sono stati riveriti ed osannati. Ma riteniamo che dovrebbero essere definiti campioni anche quei personaggi che, come dicevamo poc'anzi, solitamente vivono dietro le quinte dei palcoscenici sportivi, e che svolgono però un'opera essenziale, di base, ed anche meritoria. E questo è proprio il principio che noi vogliamo imporre in questa occasione, in questo nostro incontro al quale, per arricchire il premio, desideriamo far seguire altre iniziative di approfondimento e di completamento. Questa è una prima tappa su Carlo Eugeni, ma potrebbe essere una prima tappa su tutti quelli che hanno detto tanto ed hanno fatto tanto per il nostro sport.
     Siamo contenti, e speriamo che anche voi lo siate, perché da oggi possiamo annoverare tra i primi della classe, cioè tra i cosiddetti grandi, anche un altro campione per eccellenza, il professor Carlo Eugeni. Grazie.

     (Roberto Almonti). Grazie Montauti. Ci hai ricordato che è un po' tipico di noi teramani dimenticare talvolta coloro che sono stati grandi campioni. Spesso chi li apprezza fuori dalla nostra comunità riesce a segnalarceli.