a cura di Federico Adamoli


Cento anni fa nasceva Gelasio Adamoli
[30 marzo 2007]

     Gelasio Adamoli dedicò gran parte della vita per l'impegno civile e politico: è tra i partigiani ricordati nella battaglia di Bosco Martese, considerata come il primo episodio di resistenza in campo aperto nei confronti dei tedeschi; fu Sindaco di Genova nell'immediato dopoguerra e Senatore della Repubblica per diverse legislature nelle file del Partito Comunista Italiano. Ma Gelasio fu anche un amante dello sport: sembra che egli sia approdato a Genova sospinto anche dal grande attaccamento per la squadra calcistica del Genoa, come sostiene il nipote Gessi, giornalista sportivo de 'La Repubblica', al quale il nonno ha trasmesso l'amore per i colori rosso-blu. A chi può apparire strana la preferenza di Gelasio, ricordiamo che il Genoa nel periodo della giovinezza di Gelasio era la società più blasonata d'Italia, con i suoi nove scudetti vinti.
     Negli anni in cui fu direttore de 'L'Unità', dal 1951 al 1956, Gelasio teneva una regolare rubrica, "Lettere al direttore". Ad un 'vero Sportivo' savonese che accusava il giornale di non seguire una linea veramente sportiva, perché attaccava Fausto Coppi prendendo spunto da ragioni politiche, Gelasio risponde così (questo è il mio modo di ricordarlo oggi, nel centenario della sua nascita):

     "Permetta che le dica che anch'io tengo a qualificarmi 'un vero sportivo' (magari con la s minuscola, non dico per modestia, ma solo per precisione grammaticale) e permetta ancora che le confessi in un orecchio che da bravo sportivo, ho anch'io la mia passioncella nel mondo del ciclismo (come ce l'ho nel mondo del calcio) e che essa si chiamava e si chiama tutt'ora Coppi. (...) Dunque lei, e giustamente, è entusiasta di Coppi. Ma l'entusiasmo verso il grande atleta non deve farle dimenticare la verità dei fatti, non deve portarla a chiamare responsabile l''Unità' di una situazione che noi non abbiamo creata e contro la quale, anzi abbiamo reagisto dopo che Coppi, cedendo alle pressioni della 'parrocchia del biancofiore' aveva messo il suo grande nome al servizio di una parte politica.
     Noi non abbiamo mai giudicato gli atleti in base alle loro concezioni politiche: da quale parte sia schierato Bartali lo sanno tutti i seminaristi d'Italia, ma ciò non ci ha mai impedito di esaltare il grande valore di uno dei più straordinari atleti che ricordi la storia del nostro ciclismo, come non ha impedito a decine di migliaia di comunisti di far parte della grande famiglia dei bartaliani.
     Ma quando Coppi, non il signor Coppi, ma l'atleta Coppi, appena giunto sul traguardo di una nuova vittoria, con ancora il caschetto di protezione e la maglia rosa addosso, simboli del rischio e della gloria della sua battaglia, firma un telegramma diretto a De Gasperi per augurargli "di affrontare vigorosamente l'ultima salita verso la vittoria finale", telegramma destinato ad essere ripetuto sino all'ossessione dalle cornacchie della RAI, ad essere pubblicato in neretto su tutti i giornali della catena governativa e riprodotto in milioni di volantini con tanto di scudo crociato, ossia quando Coppi permette che la famelica ingordigia democristiana si butti anche sul suo nome e confonda la vittoria di un atleta con il tentativo di truffa dei clericali, la 'sportività' è già travolta, la purezza dei sentimenti sportivi è già contaminata e la protesta non riguarda il politico ma lo sportivo. La protesta avrebbe dovuto riguardare anche lei, se è un vero sportivo (e coppiano per giunta), e non verso di noi ma verso Coppi e verso coloro che come lupi affamati si sono lanciati sulla sua gloria."




Fausto Coppi premiato da Gelasio Adamoli



Questa foto del 1923 mi è stata presentata come quella della prima squadra
di pallacanestro teramana, del Regio Convitto di Teramo, nella quale compare
il 16enne Gelasio (è il terzo da destra in piedi). Gessi Adamoli mi ha avanzato
il sospetto che si possa trattare di una squadra di calcio... Chi è in grado di
risolvere questo dubbio?



Inaugurazione ufficiale del nuovo stadio di Marassi
(Genova, 1951) - A sinistra Parodi, presidente della
Sampdoria; al centro Gelasio Adamoli; a destra
Mairano, commissario del Genoa (Foto L'Unità)






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