Arnaldo Mussolini
Vita di Sandro


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     Allora io, che di proposito non ho mai fatto male a nessuno e che, dove ho potuto, ho sempre fatto qualche bene, mi sono studiato di fare ancora meglio. Ho avuto torto? Vuoi dirmi che il bene non si fa per averne compenso da Dio? Ma quello che io chiedevo era tanto giusto e umano! Non può un padre chiedere a Dio che sia salva una giovinezza fiorente?... Ho fatto di tutto per meritarmi la grazia. E molte lettere mi sono giunte che mi dicevano: «Iddio vi benedica, benedica la vostra famiglia; che la salute vi assista sempre; che la pace vi accompagni...».
     Mi pareva, così, operando in silenzio e chiedendo il miracolo, di mettermi al riparo dalla condanna ormai già pronunciata.
     

Gli ultimi sorrisi della vita

     Dopo quella terribile oscurità, un barlume di luce parve sorridere ancora alla mia speranza. La sospensione degli studi, le cure dei medici, la vita attiva di montagna, tutti gli sforzi che si facevano per salvarti recarono i loro buoni effetti. Tu stesso, rammenti?, sembravi sorridere alla vita; tutto ti piaceva, le tue letture e le tue gite, la tua musica e i tuoi amici. Il beneficio della prima applicazione dei raggi fu evidente; il riposo ti aveva fatto bene; gli esercizi degli sci davano alla tua vita una linea di ripresa e di vigore.
     Il 1° gennaio 1929, lo stesso prof. Cesa Bianchi mi disse che, per quel capodanno, poteva darmi la buona notizia del tuo forte e decisivo miglioramento. Come dimenticare l'emozione di quel giorno? O Signore che sei nei cieli, e che avvolgi nella Tua luce l'anima adorata di Sandrino, Ti ringrazio ancora per la gioia di quel giorno. Non importa se la delusione, dopo, è stata più amara: noi viviamo giorno per giorno, e costruiamo pietra su pietra il nostro destino. La felicità di un momento può cancellare lunghi mesi di lacrime.