Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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     Fu allora incominciata una sottile, continua, intelligente opera di disintegrazione del morale della Nazione. Tutto fu utilizzato a tal fine. E quando i fatti mancavano furono inventati o amplificati. A un certo momento fu diffusa l'impressione che l'edificio fosse minato dall'interno e che bastasse un urto qualsiasi per farlo crollare. Niente e nessuno fu risparmiato. Bisognava soprattutto "demoralizzare" i giovani. Due forze concorrenti, ma affini, perché entrambe internazionali, agirono con particolare intensità in tutti i campi: da quello della politica a quello dell'economia. La massoneria che aveva lungamente dormito, ma che non era mai morta, comprese che il suo momento era tornato e lavorò gli ambienti che a lei facevano capo: professionisti liberi e funzionari civili e militari dello Stato. Un sabotaggio misterioso e inafferrabile cominciò ed ebbe ripercussioni immediate in tutta la compagine delle Forze armate. Le voci più assurde furono diffuse. Contatti con le forze massoniche anglosassoni furono riannodati via Lisbona. Questo risveglio dell'attività massonica non passò naturalmente inosservato oltre il portone di bronzo e si partì in gara, sia pure sopra un altro terreno, non meno demoralizzante ed insidioso, quale è quello di un pacifismo supernazionale, che, predicato in italiano e soprattutto in Italia, agiva quale deprimente dell'animo del popolo specialmente in talune zone. A questa manovra delle due grandi organizzazioni si aggiungeva l'apporto dei vecchi e nuovi partiti antifascisti i quali avevano un programma di pura e semplice rivincita.