Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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     «Badoglio è in stato di depressione nervosa.
     «I più esprimono parere contrario.
     «Badoglio sembra che abbia esclamato: "Allora io devo cadere".
     «Alle 16,15 circa giunge un radio di Eisenhower concepito in termini di ultimatum di due ore.
     «Di fronte a questo ultimatum, il panico e l'incertezza prendono l'animo di tutti i presenti.
     «Sembra che di fronte a una nuova richiesta Eisenhower abbia comunicato che garanzie per il futuro sarebbero state date con la più larga comprensione delle condizioni nelle quali si erano venuti a trovare l'Italia e il suo Governo.
     «Alle 19 il re si alza in piedi e comunica che egli decide di accettare l'armistizio e invita a redigere l'annuncio italiano di esso, che doveva essere radiodiffuso alle ore 20, ora nella quale scadeva l'ultimatum angloamericano.
     «De Stefanis si oppone all'ultima parte di tale annuncio, cioè quella riguardante "da qualunque Potenza provengano le ostilità, ecc.".
     «La sua tesi è infine accolta dallo stesso re e viene deciso che tale ultima parte venga tolta dall'annuncio.
     «Alle 19,30 il Consiglio si scioglie.
     «Alle ore 21, De Stefanis, alla sua mensa di Monterotondo, presenti i generali Mariotti, Utili Surdi e Parone, esprime la sua meraviglia e il suo disappunto per l'aggiunta della frase riguardante le ostilità con la Germania e che il re aveva deciso con il Consiglio di togliere.
     «Sembra che Badoglio avesse all'ultimo momento di sua iniziativa messo la frase nell'annuncio stesso.
     «Fino alle ore 24, De Stefanis e gli altri ufficiali dello S. M. rimangono a Monterotondo.