Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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     Alle ore una del giorno 26, il tenente colonnello Chirico entrò nella stanza del Duce e gli disse: «È giunto in questo momento il generale Ferone che reca un messaggio del Maresciallo Badoglio per voi». Mussolini si alzò ed entrò nella stanza attigua. Egli aveva in Albania conosciuto il generale Ferone, il quale aveva una strana aria di soddisfazione. La lettera del Maresciallo Badoglio, contenuta in una busta verde intestata "Ministero della Guerra", aveva questo indirizzo, di pugno del Maresciallo: «Al Cavaliere Sig. Benito Mussolini» diceva:
     «Eccellenza il Cavaliere Benito Mussolini. - Il sottoscritto Capo del Governo tiene a far sapere a V. E. che quanto è stato eseguito nei Vostri riguardi è unicamente dovuto al Vostro personale interesse, essendo giunte da più parti precise segnalazioni di un serio complotto contro la Vostra Persona. Spiacente di questo, tiene a farVi sapere che è pronto a dare ordini per il Vostro sicuro accompagnamento, con i dovuti riguardi, nella località che vorrete indicare. - Il Capo del Governo: Maresciallo Badoglio».
     Questa lettera, di una perfidia unica nella storia, aveva lo scopo di convincere Mussolini che la parola del re circa l'incolumità personale sarebbe stata rispettata e che la crisi non sarebbe uscita dall'orbita del Regime, cioè del Fascismo, perché Badoglio aveva dato troppe volte esplicita solenne adesione al Partito, nel quale era regolarmente iscritto insieme con tutti i membri della famiglia, moglie compresa; aveva ricoperto troppe alte cariche nel Regime; aveva assolto mandati politico-militari troppo importanti; aveva accettato troppi onori e quattrini, che tutto era possibile pensare meno l'ipotesi del tradimento preparato e macchinato da mesi e forse dall'epoca del suo allontanamento dalla carica di capo di S. M. generale. Aveva anche accettato di servire il Regime nel Consiglio Nazionale delle Ricerche dove, di effettivo, non aveva fatto un bel nulla salvo una apparizione mattutina per leggere i giornali. Dal momento in cui entrò nella caserma degli allievi-carabinieri, Mussolini non ebbe più notizie del mondo. Gli fu detto soltanto che il re aveva fatto un proclama, che un altro ne aveva fatto Badoglio con la dichiarazione sulla continuazione della guerra, che la città era calma e che il popolo riteneva oramai vicina la pace.