Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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     Fin qui l'alto funzionario del Ministero della Cultura popolare. Ecco un'altra testimonianza oculare del direttore di un quotidiano di Palermo: Nonostante due anni di preparazione, il Comando di Enna che risiedeva nel punto centrale dell'isola e nel luogo più alto non si era attrezzato per fare fronte a una semplice azione di bombardamento. Il Comando di Enna lasciò la città dopo il primo e unico bombardamento subito. Un tal fatto e il suo peregrinare nel triangolo dei Monti Peloritani debbono avere creato uno sbandamento i cui effetti saranno stati certamente deleteri per la compagine delle nostre truppe e per l'organizzazione dei servizi di guerra. Nello stesso triangolo abbiamo avuto la sensazione di un disastro militare, poiché erano evidenti i segni di una scomposizione dei reparti, e ciò a causa di soldati della Marina e dell'Aviazione che si dirigevano disordinatamente verso Messina onde imbarcarsi e rientrare nel Continente. Il caso di Augusta che non ha voluto difendersi, il caso di qualche divisione che si è liquefatta e che non ha combattuto hanno la loro ragione d'essere in una insufficiente organizzazione dei Comandi. Si è parlato bene del contegno dei bersaglieri e di quello della divisione costiera di Gela. Ma, di contro, effetti micidiali hanno avuto gli episodi dei reparti di Aviazione e di Marina disciolti istantaneamente all'apparire soltanto delle forze avversarie.
     Una terza testimonianza su Augusta veniva data da un ispettore del Partito, mandato in Sicilia, il quale a proposito di certe manovre di salvataggio diceva: Sta di fatto: 1°) che la base di Augusta è stata fatta brillare 24 ore prima che il primo inglese arrivasse in vista della Piazza, 2°) che prima dell'arrivo degli Inglesi ad Augusta, i marinai e gli avieri della Piazza, sbandati, erano già arrivati a Messina.