Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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     «Nessun ostacolo vi arresta. Tallonando il nemico che ripiega, cogliete sul Bug il battesimo del fuoco e, impazienti di accrescere nel diretto confronto con alleati di alto prestigio militare gli antichi titoli di onore e di valore della nostra Stirpe, balzate al Nipro, forzate il fiume, vi lanciate sulle divisioni nemiche che vi sbarrano il passo, e in sette giorni di aspri combattimenti, mentre la nostra Ala Azzurra domina ardentemente il cielo della battaglia, suggellate con la vittoria di Petrikowka la prima fase della lotta.
     «Ripreso l'inseguimento superate il Woltschia, travolgete le ostinate retroguardie avversarie ed avanzando sotto la pioggia gelida e battente, mentre le colonne di rifornimento si impantanano nelle piste sommerse, vi addentrate per centinaia di chilometri in un territorio insidiato dalla guerra di parte e giungete vittoriosamente nel cuore della zona del Donez.
     «Più tardi, sfidando la cruda inclemenza di un inverno precoce, accecati dalla tormenta e martoriati dal gelo, attaccate il nemico che vi aspetta torvo, deciso e agguerrito su forti posizioni sistemate a difesa, gli strappate ad uno ad uno i suoi muniti caposaldi e vi insediate con superba ostinazione sulla linea prestabilita per la sosta invernale.
     «Né la barbara violenza con la quale i bolscevichi reagiscono, né il peso del numerò con cui vogliono sopraffarvi, né l'avversità e i rigori eccezionali del freddo che ragguaglia temperature artiche, né privazioni e patimenti del più alto livello morale e fisico flettono i vostri ranghi che tuttora mantengono inviolate le posizioni tolte all'avversario.