(segue) Il capestro di Dèmos
(3 dicembre 1937)
[Inizio scritto]

      «L'accordo commerciale anglo-americano è l'esempio più recente per dimostrare l'esistenza di altri mezzi — oltre quelli militari — per difendere la pace. Altre intese pubbliche e private fra Stati Uniti, Gran Bretagna e i Paesi che parlano la stessa lingua dovrebbero seguire: accordi commerciali, monetari, di credito, che serviranno come armi sicure contro i violatori dei trattati».
      Il giornale sbaglia. Non conosce la storia. È rimasto alla concezione positivistico-materialistica dell'uomo economico. Le armi che esso impugna non sono sicure. Sono armi di cartone. Da palcoscenico democratico. Che il denaro faccia la guerra è vero, purché la frase sia così completata: che si trova sempre il denaro per fare la guerra. Ne consegue che non è il denaro a fare la guerra. Sono gli uomini e lo spirito. Sono il coraggio e il sacrificio. Tra l'oro e il ferro, Machiavelli aveva scelto il ferro e noi stiamo con lui. Nel dilemma: burro o cannoni, dilemma superlativamente idiota, noi abbiamo già fatto la nostra scelta: i cannoni.
      Il New York Times continua col dire che la «minaccia di strangolamento economico contro i Governi aggressori potrebbe essere un mezzo efficace per intimorirli». Altro errore. Anzitutto non si è ancora riusciti a definire l'aggressore. In secondo luogo è chiaro che, per i democratici, l'esistenza stessa dei Governi totalitari è una latente aggressione. Si può rovesciare la proposizione e bollare come aggressori i democratici.
      Si può sapere dal New York Times o da chi per esso, quale Paese dittatoriale minacci l'integrità territoriale, l'indipendenza politica, la fortuna economica degli Stati Uniti? Nessuno.
      Credere di riuscire a cristallizzare la storia del mondo, definendo aggressori in atto o in potenza i popoli poveri che hanno il sacrosanto diritto di non rassegnarsi perpetuamente alla troppo stridente disuguaglianza nella distribuzione dei beni della terra, è di una sfrontatezza di stile veramente ultra-democratico. Credere che questi popoli bisognosi e dinamici possano essere «intimoriti» dalla minaccia dello «strangolamento economico» significa dar prova di una colossale ignoranza, anche di ordine spirituale; è chiaro, infatti, che i popoli poveri — avendo poco da perdere — sono insensibili più degli altri a motivi di carattere economico.

(segue...)