(segue) Al popolo di Bari
(6 settembre 1934)
[Inizio scritto]

      Non è dunque una sorpresa per me la prova di questa Fiera del Levante, che oggi metto all'ordine del giorno della Nazione e addito a tutti i popoli civili. Desidero alla vostra presenza ringraziare tutte le Nazioni che sono intervenute e con particolare simpatia a quelle che ci hanno dato una prova di amicizia, mandando qui loro ambasciatori e loro ministri. (Applausi).
      Io dico a tutti e particolarmente ai popoli dell'Oriente, che è così vicino a noi e che noi conosciamo, con i quali abbiamo avuto contatti per tanti secoli, io dico: credete nella volontà di collaborazione dell'Italia fascista, lavorate con noi, scambiamoci le merci e le idee, vediamo con lo sforzo solidale di tutti, vicini e lontani, se sia possibile uscire da questa depressione che attanaglia gli spiriti e mortifica la vita.
      Che cosa era la Puglia prima della Rivoluzione?
      Una regione nella quale un passato glorioso aveva lasciato monumenti di una bellezza incomparabile. Questo è il passato. Ma noi fascisti siamo tesi all'avvenire, che sentiamo come una creazione della nostra volontà tesa nell'obbiettivo della vittoria. (Applausi).
      Di quando in quando la Puglia occupava le cronache della Nazione attraverso i più o meno pittoreschi ludi cartacei. Questo appartiene al passato, che noi abbiamo profondamente sepolto e che nessuna forza al mondo può risuscitare mai più. (Acclamazioni altissime).
      Oggi la Puglia, con Bari alla testa, è una terra profondamente fascista, che ha dato delle magnifiche squadre d'azione, che ha dato dei Martiri, la cui memoria vive perenne nei nostri cuori. Oggi vi sentite parte intima dell'organismo del popolo italiano. (La folla risponde unanime: «Sì! Sì!»).
      Non è senza significato il fatto, e voglio segnalarlo, che da Torino sia partita una carovana per venire a Bari. Con questo Torino ha dimostrato ancora una volta quella sensibilità patriottica e nazionale, che fecero, nei tempi del Risorgimento, il baluardo della Patria. (Applausi). Gioverà ricordare anche che uno dei più intimi amici e collaboratori di Camillo Cavour, fu il barese Massari (applausi), che ha lasciato un diario dove, giorno per giorno, egli fa vedere come Cavour vivesse e combattesse per l'indipendenza e l'avvenire della Patria.

(segue...)