Per la Festa del Patto Lateranense
(12 dicembre 1930)


      Il 12 dicembre, discutendosi alla Camera il progetto di legge per la modificazione di alcune feste nazionali, comprendente l'abolizione della festa nazionale al XX settembre da sostituire con quella dell'XI febbraio (Patto del Laterano) alle obiezioni dell'On, Ezio Garibaldi, il Capo del Governo rispose col seguente discorso:

      Non sono affatto sorpreso che l'on. Ezio Garibaldi abbia parlato: sarei invece rimasto sorpreso se l'on. Garibaldi avesse taciuto. E quantunque io abbia preparato questo discorso per l'altro ramo del Parlamento, dove talune sensibilità sono più raffinate, lo anticiperò. Bisogna subito sbarazzare il terreno dal raffronto stabilito dal camerata Garibaldi fra il 20 Settembre e l'11 Febbraio e il 24 Maggio e il 4 Novembre.
      Siccome sono stato io a volere che fosse messo fra le solennità civili il 24 maggio, dirò subito perché. Il 24 maggio è importante, perché segna la data della nostra dichiarazione di guerra all'impero Absburgico; ma è importantissimo, perché segna il trionfo di quelle radiose giornate di maggio, che furono il primo atto della Rivoluzione fascista.
      Non bisogna quindi svalutare la importanza del 24 maggio dal punto di vista interno nostro, perché sarebbe un errore. Non voglio, in questo momento, farvi l'oltraggio di una rievocazione storica del settembre del 1870. È mia profonda convinzione che, se a Roma vi fosse stato un solo plotone di soldati francesi regolari, molto probabilmente Cadorna non avrebbe dato l'11 settembre da Terni l'ordine di marciare su Roma. Non ho bisogno di ricordare che, quantunque l'impero di Napoleone III fosse caduto, il 4 settembre, la Repubblica francese, che ne seguì, tenne ancora per 4 anni consecutivi, a Civitavecchia, una nave, quasi a dire che nella politica di difesa della Chiesa, nella figlia primogenita della medesima non vi era differenza di regime. Ed è positivo che quegli stessi «chassepots» che fecero meraviglie a Mentana nel 1867, il 3 novembre, le avrebbero fatte, dopo, lo stesso.

(segue...)