Per la Mostra del Grano
(9 ottobre 1927)


      Il 9 ottobre 1927, a Roma, nel palazzo delle Esposizioni il Duce inaugurò la prima mostra nazionale del grano e premiò i vincitori del III Concorso Nazionale per la battaglia del grano. La grande adunata assunse una particolare importanza per il seguente discorso che illustrava la situazione economica, quale si presentava in quel momento in Italia ed all'estero.

      Agricoltori!
      Considero questa imponente riunione, di cui mi piace subito constatare e sottolineare il carattere nettamente fascista, come una specie di gran rapporto, seguito dalla premiazione sul campo, dei più meritevoli tra i soldati. Parlerò dunque breve e schietto, come vogliono i tempi.
      Prima domanda: Come sono andate le stagioni? le vicissitudini atmosferiche, alle quali è fatalmente legata l'agricoltura, sono state buone? o mediocri? o cattive? Rispondo: non buone e più cattive che mediocri. Già all'atto della semina, pioggie prolungate ritardarono i lavori e in talune località dell'alta Italia non li permisero. Ragione per cui io raccomandai, con apposita circolare ai Prefetti, di sollecitare le semine di grani primaverili. Ma quella pioggia, che non mancò nell'autunno, cominciò a difettare in aprile. Se nella prima quindicina di maggio non ci fossero state alcune giornate di pioggia ristoratrice, il raccolto del grano sarebbe stato irreparabilmente compromesso.
      Dal giugno è cominciato un periodo di siccità che è durato esattamente tre mesi, ed ha, specialmente nell'Italia centrale e meridionale, inaridito le campagne. La persistente siccità con prevalere di venti sciroccali, è stata comune a tutta l'Europa centro-sud-orientale. Il fenomeno va attentamente considerato. Affermo che una delle cause di questa ricorrente e sempre più lunga siccità, consiste nel rovinoso, incosciente disboscamento operatosi lungo tutta la catena appenninica. Disboscamento che altera il regime delle acque e produce poi le alluvioni, i cui danni sono sempre più rilevanti.

(segue...)