Il Fascismo e il lavoro
(8 settembre 1927)


      L'otto settembre 1927, il Duce, intervenuto alla seduta di chiusura del terzo Congresso Internazionale per l'organizzazione scientifica del Lavoro, fece le seguenti dichiarazioni, particolarmente importanti per i congressisti francesi, ai quali veniva autorevolmente dimostrato come l'Italia fascista sia all'avanguardia della legislazione sociale.

      Signore e Signori!
      Ho voluto partecipare personalmente alla seduta di chiusura del vostro Congresso per sottolineare l'importanza dei suoi lavori che ho attentamente seguiti. L'imponente numero di delegati qui giunti da quaranta Paesi del mondo, la varietà dei temi proposti all'esame, le decisioni votate dimostrano che il terzo Congresso internazionale per l'organizzazione scientifica del lavoro è pienamente riuscito.
      In altra occasione, io ho posto in rilievo l'enorme estensione presa dalla scienza in tutte le manifestazioni della vita moderna individuale e collettiva. Le applicazioni pratiche della scienza — diventate ormai innumerevoli in ogni campo — accompagnano l'uomo moderno in ogni istante della sua attività e ne moltiplicano le energie. Niente di più razionale e di più necessario della applicazione sistematica al lavoro umano dei ritrovati della scienza. Si tratta di applicare tutto ciò che la scienza consiglia in fatto di igiene, abilità professionale, rendimento del lavoro, impiego delle ore di riposo.
      Nella situazione attuale del mondo si tratta di aumentare la produzione dei beni necessari agli uomini, di innalzare il livello di vita delle classi più umili. Qui la scienza può dire la sua parola e offrirci i suoi strumenti di ricerca e di potenza. Il Governo fascista e le classi produttive italiane, nel campo del capitale, della tecnica, del lavoro, terranno conto dei risultati del vostro Congresso.

(segue...)