(segue) Agli impiegati delle Poste e Telegrafi
(6 novembre 1923)
[Inizio scritto]

      Con questo gesto mi dimostrate un'altra cosa, a mio avviso anch'essa importante, ed è questa: voi comprenderete che se il Governo prende delle misure che qualche volta sembrano e sono severe, non lo fa per capriccio. È una necessità che è superiore alla volontà. D'altra parte io credo che il vostro ideale ed il mio sia quello che si può riassumere in una formula molto semplice: pochi impiegati, ben trattati, che possano vivere di una vita estremamente dignitosa; che non siano vessati continuamene dalle necessità inesorabili della vita; che abbiano l'orgoglio della propria missione e funzione.
      Queste cose io vi dovevo dire molto succintamente. Vi prego nello stesso tempo di portare a tutti i vostri colleghi il mio plauso, il mio ringraziamento ed il mio saluto.