(segue) Chilometria jugoslava
(31 luglio 1917)
[Inizio scritto]

      Non è un po' sconfortante che sia proprio il grande oriente di Francia quello che dà il viatico solenne della sua protezione a una tesi fondamentalmente antitaliana? Ecco l'utilità la necessità che organi indipendenti non nazionalisti e tanto meno poi imperialisti come il nostro giornale insorgano contro le deformazioni jugoslave delle più palesi verità storiche geografiche etniche. L'accusa di imperialismo o di «estensionismo» fatta alla politica italiana da parte dei jugoslavi è ridicola: se noi volessimo portare i nostri confini politici a Lubiana o incorporare nell'Italia di domani Zagabria oppure tutto il retroterra dalmatico sino al displuvio delle Alpi Dinariche i jugoslavi avrebbero perfettamente ragione di protestare contro il nostro «imperialismo»; ma le nostre pretese territoriali sono modeste: noi chiediamo noi vogliamo noi avremo solo quello che ci spetta solo quello che è nostro.
      Ciò premesso ciò stabilito in linea pregiudiziale noi vogliamo aggiungere a scanso di ogni equivoco che vedremmo con molta simpatia lo stabilirsi di una intesa cordiale fra italiani e slavi del sud. Ma non lavorano certo a render possibile quest'intesa i propagandisti serbi sloveni croati e nemmeno i grandi orienti delle nazioni alleate che di tali propagandisti si rendono mallevadori e patroni. Lasciamo per un momento da parte la questione dalmatica a proposito della quale qualche voce dissenziente si leva anche in Italia. Ma i jugoslavi son ben lungi dal limitare i loro fini territoriali al possesso integrale della Dalmazia. Essi rivendicano Fiume — italianissima — come porto commerciale delle regioni croate che farebbero parte della Jugoslavia o grande Serbia futura. Essi rivendicano Trieste che a pag. 37 dell'opuscolo in questione viene definita «centro delle aspirazioni imperialistiche italiane». I jugoslavi sanno che l'Italia non rinuncierà giammai al possesso di Trieste. Al fratello serbo della loggia di Belgrado che cita una frase del Sonnino del 1881 noi apponiamo semplicemente il Sonnino del 1917 edizione recentissima: «L'Italia non potrà mai consentire a che siano ribadite le catene alla terra di Nazario Sauro.»

(segue...)