(segue) Indietro non si torna!
(28 giugno 1917)
[Inizio scritto]

      Quale revisione di valori morali si è operata? O non è invece una debacle grandiosa di valori morali e politici? Quale fatto nuovo è intervenuto a modificare ed a cancellare la condanna (censura) da cui furono colpiti i giolittiani nel maggio del 1915? Il loro atteggiamento durante venticinque mesi di guerra non è stato una continua riprova della loro malafede della loro persistente tenace sinistra ostilità alla nostra guerra del loro continuo favoreggiamento dei nostri nemici? La collezione de La Stampa l'organo dei nostri prussiani conservatori non è tutta un documento? (Censura).
      V'è ancora un altro lato della questione. È oramai certo che chi ha preso per mano la camera e l'ha riconsegnata al suo antico padrone è stato l'on. Orlando. Non è detto chiaro nell'articolo apologetico del foglio torinese se sia stato precisamente l'on. Orlando a riconsacrare il patriottismo di Giolitti (censura) o se sia stato qualche altro «seimila» della frazione «nemica». Sta di fatto però che il successo dell'on. Orlando è di marca puramente giolittiana.
      L'on. Orlando deve aver pronunciato un discorso giolittiano per suscitare tanti entusiasmi fra i Falcioni i Peano i Facta e gli altri tirapiedi del massimo nemico italiano. Ora il paese — inquieto e pensoso delle sue sorti che sono legate alla vittoria — si domanda: quale affidamento può dare una politica interna che continua — peggiorandola (perché le circostanze sono estremamente più critiche) — il sistema pernicioso della politica giolittiana? Dove si vuole andare? A che si mira con queste manovre parlamentari? C'è qualche lontano disegno nei retropensieri dei ministri che ci governano?
      L'opinione pubblica che non più tardi di ieri costringeva alle dimissioni un sindaco colpevole di aver pronunciato un discorso che urtava il sentimento nazionale ha già giudicato e condannato — implicitamente — le apoteosi giolittiane di questi giorni. (Censura).

(segue...)