«Sputarsi addosso»
(16 aprile 1915)


      Il proverbio è di origine russa ma il vizio è anche italiano. È facile — purtroppo! — constatarlo specialmente in questi giorni che dovrebbero segnare l'agonia della neutralità. Gli italiani che si «sputano addosso» sono innumerevoli e appartengono a tutte le categorie della popolazione. Ne trovate fra i borghesi e fra i proletari. Tra i conservatori e fra i socialisti. L'abitudine è diffusa specialmente fra i neutralisti che non volendo ancora passare all'interventismo verso al quale si sentono portati dalla ragione o dal sentimento sono costretti ad auto-denigrarsi e a denigrare la nazione.
      È una specie di «masochismo» neutrale. Lo sorprendete in espressioni verbali di questo genere: io sarei interventista ma non ho troppa fiducia nella invincibilità dell'esercito nella saldezza dell'economia nazionale nella forza morale del popolo. Con queste obiezioni d'ordine puramente contingente i neutralisti conservatori salvano il «loro» patriottismo e i socialisti trovano una giustificazione «pratica» al loro atteggiamento che non saprebbe inspirarsi a nessun postulato ideale.
      Ha ragione d'essere questo pessimismo sconsolato che vede soltanto oltre le frontiere d'Italia la forza la grandezza il progresso mentre in Italia tutto sarebbe miseria decadenza decomposizione? E le previsioni catastrofiche di certi «profeti della vigliaccheria nazionale» su quali basi più o meno solide poggiano? E questi neutralisti ipocriti che vanno escogitando pretesti su pretesti onde inchiodare l'Italia all'inazione non sarebbero — per caso — infinitamente più pericolosi delle superstiti scimmie urlatrici dell'herveismo?
      Tre elementi richiede la guerra moderna la guerra fra nazioni e quindi una «grande guerra»: una buona preparazione materiale e morale dell'esercito una oculata preparazione economica del paese e una forte preparazione spirituale dei cittadini. In quali condizioni si trova oggi l'Italia?

(segue...)