«Verboten»
(28 febbraio 1915)


      Il provvedimento anticomiziale dell'on. Salandra non ripete le sue origini dal conflitto di Reggio Emilia. La verità è che già da qualche tempo la stampa austriacante e germanofila chiedeva misure restrittive della libertà di riunione. Va detto inoltre che tali pressioni liberticide si fecero più vive e insistenti dopo la giornata del 21 febbraio che segnò la bancarotta clamorosa della manifestazione neutralistica inscenata dal partito socialista. Quando si è visto insomma che la causa dell'intervento guadagnava terreno — malgrado le bestiali violenze perpetrate dai neutralisti rossi — allora i fogli giolittiani e tutti gli organi della tesi del «parecchio» hanno mosso le prime pedine inalzati i primi clamori per invocare restrizioni alla libertà col pretesto come vedremo specioso della situazione internazionale. E adesso gli austrofili non nascondono la loro gioia. Il foglio di Palamenghi-Crispi approva «pienamente ed entusiasticamente il provvedimento del governo».
      Il «veto» salandrino colpisce e danneggia noi soprattutto noi interventisti e fascisti. I deputati socialisti ufficiali hanno protestato per fare dell'accademia ma in fondo al loro animo non si dolgono troppo del decreto emanato dall'on. Salandra. Anzitutto ciò li dispensa dal parlare nei comizi: fatica alla quale i deputati socialisti si sottomettono solo nei loro collegi e quando si tratta di conquistare o di conservare la medaglietta. Poi il provvedimento salandrino li esonera dall'esporsi ancora alle folle in un momento come questo nel quale essi — «comandati» dalla direzione del partito alle corvées della propaganda neutralista — non saprebbero più che cosa dire per conciliare il loro segreto interventismo col verbo del sinedrio dirigente. Può sembrare un paradosso ma è certo che l'atto dell'on. Salandra è — sia pure inconsciamente — una specie di servizio reso ai socialisti ufficiali che si trovano — ora — fuori d'imbarazzo. Difatti i socialisti ufficiali non hanno tardato molto a dimostrare tutta la loro gratitudine all'on. Salandra «scartando» dopo la solita «ampia discussione» la presentazione di una «mozione» sulla politica interna del gabinetto sostituendo alla mozione una «inversione» dell'ordine del giorno sul bilancio degli interni.

(segue...)