Benito Mussolini
Diario di guerra (1915-1917)


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     Le nostre perdite furono quasi insignificanti. Avemmo poche decine di uomini fuori combattimento. Dall'ottobre gli austriaci rinunciarono ad ogni azione.

     14 Maggio.
     Ho trascorso un pomeriggio pieno di gioia e di schietta fraternità. Alcuni soldati minatori del 5° Genio mi hanno invitato a un amicale simposio nel loro accantonamento che è a due passi dal nostro. I commilitoni del Genio ci hanno preparato un banchetto quasi sontuoso. Ho trascorso sette ore bellissime. Abbiamo parlato di guerra, di politica, di vittoria. Alla fine, per suggellare il ricordo della bella giornata e il vincolo nuovo dell'amicizia, ci siamo scambiati dei messaggi. Non trascrivo il mio perché non lo ricordo, ma mi piace di riportare quello dei miei commilitoni del 5° Genio, in quanto può documentare del «morale» dei soldati italiani dopo un anno di guerra.
     Eccolo:

     «A Benito Mussolini, che intese la voce delle fumanti rovine del Belgio martire e della Francia invasa e fu assertore fecondo dei diritti della civiltà contro la forza bruta, con ammirazione di italiani, con affetto di commilitoni».
     Cap. magg. Nicola Pretto — Ramella Evaristo — Giuseppe Canepari — De Bernardi Edoardo — Serg. Salvadori Alceo — Ceccati Napoleone — Vincenzo Maffei.


     È un documento che conserverò fra i più cari ricordi della mia vita.
     

III - Novembre 1916 – Febbraio 1917

     Nota bene

     Ho al mio attivo, come soldato, i primi mesi di trincea nella zona dell'Alto Isonzo, nell'autunno-inverno del 1915. Coloro che, con me o dopo di me, sono passati siti costoni tragici del Vrsig, dell'Jaworcek e del Kukh, con venti gradi sotto zero — come nel febbraio del 1916 — non dimenticheranno facilmente quelle durissime giornate. Ho trascorso la seconda fase della guerra nella Carnia. Zona relativamente tranquilla, ma di grandi disagi, specie nell'inverno. La prima neve ci visitò il 20 settembre. Poi siamo venuti sulle quote famose del Bassissimo Isonzo. Il primo periodo di trincea sul Carso è già passato. Gli eventi più notevoli sono consegnati nelle pagine che il «Popolo» pubblicherà.
     È la guerra aspra sul Carso asprissimo. È la vita e la morte nelle trincee, che segnano le nostre tappe, sulla strada di Trieste...
     Le trincee fangose e insanguinate oggi inghiottono gli uomini, ma l'Europa di domani vedrà spuntare da quei solchi tragici i fiori purpurei di una più grande libertà.
     M.