Benito Mussolini
Diario di guerra (1915-1917)


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     Sono in funzione cannoni di molti calibri: 65, 75, 155, 280. Nel pomeriggio un colpo solo di cannone ha ucciso quattro dei nostri. Ordine di levare le tende e di occupare la posizione tenuta dalla 9a compagnia, che va agli avamposti.

     26 Ottobre.
     Ci siamo spostati di alcune decine di metri, a destra, in alto. Siamo ora a quota 1300 circa. Il mio riparo è molto meno solido di quello che ho abbandonato. Inutile fortificarlo: non resteremo qui che due o tre giorni.

     27 Ottobre.
     Nevica. La neve filtra dal nostro riparo, dove siamo in cinque. Accendiamo il fuoco. Ora è permesso. Ma il fumo ci acceca. Il cannoncino inizia la sua solita quotidiana sfottitura. Totale: colpi 50 a shrapnel. Tiro stracco ed inefficace. Alcuni feriti. Il 4° plotone della nostra compagnia si è recato di guardia agli avamposti.

     28 Ottobre.
     La nostra artiglieria, bombarda le posizioni degli austriaci. Giunge una triste notizia. Il nostro plotone di guardia è stato «provato» duramente dall'artiglieria austriaca.

     29 Ottobre.
     Neve in quantità. L'aspirante ufficiale Raggi è venuto nel mio ricovero e mi ha parlato dell'episodio di ieri. Egli è rimasto miracolosamente incolume. Gli austriaci prodigano le cannonate, anche quando il bersaglio è costituito da un soldato solo e non meriterebbe uno spreco di munizioni. Fatto si è che gli austriaci hanno sparato 47 colpi da 75 contro un riparo dove stavano rannicchiati cinque bersaglieri e l'aspirante Raggi. La penultima cannonata è stata micidiale. Uno dei bersaglieri ha avuto braccia e gambe spezzate. Un altro è stato ferito meno gravemente. Infine il caporal maggiore Comellini, della classe dell'84, ha avuto un braccio nettamente asportato da una scheggia. Solo ieri sera, dopo un'iniezione di caffeina, praticatagli al posto di medicazione, riprese i sensi. Volle abbracciare e baciare il capitano. Gli austriaci sparavano a granata. Alzo zero Distanza 300 metri.