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Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 215 — .
   _ £j-on cercate, è inutile, tutto ciò verrà a trovarci al
   momento voluto. A che ora press'a poco ieri abbiamo vieto passeggiare le guardie svizzere?
   __ pare che fosse un ora circa dopo il calare della
   notte. ....
   _ge esse escono oggi come ieri, noi non avremo da aspettare un quarto d'ora per avere il piacere di vederle.
   _ Il fatto è che noi avremo un quarto d'ora tutt'al più.
   _ Avete sempre il braccio buono, non è vero, Porthos?
   Porthos si sbottonò la manica, rialzò la camicia, e guardò con compiacenza le sue braccia nerborute, grosse come la coscia d'un uomo ordinario.
   — Sì, — diss'egli, — abbastanza buone.
   — Di modo che voi potreste, senza troppo farvi male, fare un cerchio di queste pinzette ed un cavaturaccioli con questa paletta ?
   — Certamente, — disse Porthos.
   — Vediamo, — disse d'Artagnan.
   Il gigante prese i due oggetti indicati e operò colla massima facilità e senza alcun sforzo apparente le due metamorfosi desiderate dal suo compagno.
   — Ecco, — diss'egli.
   — Magnificamente ! — disse d'Artagnan, — si vede che avete delle doti singolari, Porthos.
   — Ho sentito parlare, — disse Porthos, — di un certo Milone di Crotone che faceva delle cose molto straordinarie, come quella di stringere la sua fronte con una corda e di farla spezzare, di uccidere un bue con un pugno e di portarlo a casa sulle spalle, di fermare un cavallo per le gambe posteriori, ecc., ecc. Io mi son fatto raccontare tutte quelle prodezze, quand'ero a Pierrefonds, ed ho fatto tutto quello che faceva lui, tranne rompere la corda, gonfiando le mie tempie.
   — Vuol dire che la vostra forza non l'avete nella testa, — disse d'Artagnan.
   No, essa è nelle mie- braccia e nelle mie spalle, — rispose ingenuamente Porthos.
   — Ebbene ! amico mio, avviciniamoci alla finestra e servitevi della vostra forza per staccare una sbarra. Aspettate che spengo la lanterna.