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Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 205 — .
   Nel pianterreno di quel padiglione erano rinchiusi Porthos e d'Artagnan, dividendo le lunghe ore di una prigionia antipatica a quei due temperamenti.
   D'Artagnan passeggiava avanti e indietro come una tigre, cogli occhi fissi, ruggendo talvolta sordamente attraverso le sbarre d'un'ampia finestra che metteva nel cortile di servizio.
   Porthos ruminava in silenzio un desinare eccellente, del quale avevano portato via gli avanzi.
   Uno sembrava privo di ragione e meditava; l'altro pareva pensasse profondamente e dormiva. Però il suo sonno era un incubo, da quanto si poteva indovinare dal modo incoerente e interrotto con cui russava.
   — Ecco, — disse d'Artagnan, — che cala la sera. Saranno circa le quattro. Sono oramai cento ottantatrè ore che noi siamo qui dentro.
   — Hum! — disse Porthos per aver l'aria di rispondere.
   — Comprendete, eterno dormiglione? — disse d'Artagnan, impazientito che un altro potesse abbandonarsi al sonno di giorno, quando egli faceva tanta fatica a dormire la notte.
   — Cosa? — disse Porthos.
   — Cosa dico?
   — Che cosa dite!
   — Dico, — riprese d'Artagnan, — che sono ormai cen-tottantatrè ore che siamo qui.
   — È colpa vostra, — disse Porthos.
   — Come! colpa mia?...
   — Sì, vi ho offerto di andarcene.
   — Staccando una sbarra o sfondando la porta?
   — Certo.
   — Porthos, della gente come noi non se ne va puramente e semplicemente.
   — Parola d'onore, — disse Porthos, — io me n'andrò con quella purezza e semplicità che voi sembrate sdegnare perchè eccessiva.
   D'Artagnan alzò le spalle.
   — D'altra parte, — diss'egli, — non basta uscir da questa camera.
   — Caro amico, — disse Porthos, — voi mi sembrate oggi di »umore più allegro di ieri. Spiegatemi ora perchè non basta uscire da questa stanza.
   — Non basta, perchè non avendo nè armi, nè parola