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una spada; la cosa ha durato lil giorno dopo e un altro giorno ancora, ma alla fine ei è rappacificato ed è ritornato calmo come un agnello. Al presente canta delle canzoni guascone che ci fanno morire dal ridere.
— Ed il signor du Vallon? — domandò Athos.
— Ah, quello è un'altra cosa. Confesso che è un gentiluomo che fa paura. Il primo giorno ha sfondato le porte con una spallata, e mi aspettavo di vederlo uscire da Rueil come Sansone è uscito da Gaza. Ma il suo umore ha preso la stessa strada di quello del signor d'Artagnan. Adesso, non solo si abitua alla sua prigionia, ma inoltre vi ride sopra.
— Tanto meglio, — disse Athos, — tanto meglio.
— Vi aspettavate diversamente? — domandò Commin-ges, che, rammentandosi quel che aveva detto Mazarino dei suoi prigionieri e quello che ne diceva il conte de La Fere, cominciava a concepire qualche inquietudine.
Dal canto suo Athos rifletteva che molto probabilmente quel miglioramento nel morale dei suoi amici dipendeva da qualche piano formato da d'Artagnan. Perciò non volle nuocer loro troppo esaltandoli.
— Coloro, — diss'egli, — sono teste infiammabili; uno è Guascone, l'altro è Piccardo; tutti e due s'accendono facilmente, ma si spengono presto. Voi ne avete la prova, e quanto mi raccontaste poco fa, comprova quanto vi dico.
Era pure l'opinione di Comminges ; perciò si ritirò più rassicurato, ed Athos rimase solo nella vasta camera, ove a seconda dell'ordine del cardinale fu trattato con tutti i riguardi dovuti ad un gentiluomo.
Egli del resto aspettava per farsi un'idea precisa della situazione quella famosa visita promessa dello stesso Mazarino.
LXXXVIII.
Intelletto e braccio.
Adesso passiamo dall'aranoera al padiglione di caccia. . fondo alla corte, sotto un portico chiuso da colonne ioniche, ove si vedevano i canili, s'innalzava un edificio bislungo che sembrava estendersi come un braccio davanti a quell altro braccio formato dal padiglione dell'aranciaia, semicerchio che rinchiudeva la corte d'onore.