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Nella corte del vecchio castello egli salì in carrozza e raggiunse la Senna a Chanton. Il signor Principe gli aveva fornito cinquanta cavalleggeri di scorta, non tanto per custodirlo ancora, ma per mostrare ai deputati come i generali della regina disponevano facilmente delle loro truppe e potevano disseminarle a loro capriccio.
Athos, guardato a vista da Comminges, a cavallo e senza spada, seguiva il cardinale senza dire una parola; Grimaud, lasciato alla porta del castello dal suo padrone, aveva inteso la nuova del suo arresto, quando Athos l'aveva mandato da Aramis, e ad un cenno del conte, egli era andato senza dire una parola, a collocarsi vicino ad Aramis, come se nulla fosse accaduto.
Grimaud 6tava tranquillo, perchè da ventidue anni che serviva il suo padrone, lo aveva visto trarsi d'impaccio da tante avventure, che niuna cosa più lo inquietava.
I deputati subito dopo la loro udienza, avevano ripreso il cammino verso Parigi, vale a dire che avanzavano il cardinale di circa cinquecento passi. Athos poteva dunque guardando davanti a se, vedere le spalle di Aramis, e lo colpirono il suo cinturone dorato e il suo portamento fiero che lo facevano spiccare tra la folla, e quella specie d'attrazione, che risulta da ogni amicizia, faceva che lo cercasi collo sguardo e che sperasse in lui una non lontana liberazione.
Aramis, al contrario, non pareva inquietarsi niente del tutto se era seguito da Athos. Una sola volta si voltò indietro; ma fu giungendo al castello. Egli supponeva che Mazarino lasciasse là il suo prigioniero nel piccolo castello che dominava il ponte e che era governato da un capitano agli ordini della regina. Ma non avvenne così. Athos passò Chanton col seguito del cardinale.
Al crocevia della strada da ' Parigi a Rueil, Aramis si voltò indietro. Questa volta le sue previsioni non lo avevano ingannato. Mazarino prese a dèstra, e Aramis potè vedere il prigioniero sparire dietro degli alberi. Athos nel contempo muto e immerso in un identico pensiero, guardò pure indietro. I due amici scambiarono un cenno col capo, ed Aramis portò il dito al cappello come per salutarlo. Athos solo comprese che il suo compagno gli faceva segno che aveva un'idea.
Dieci minuti dopo, Mazarino rientrava nella corte del castello, che il cardinale suo predecessore aveva fatto disporre a Rueil,