Stai consultando: 'Venti anni dopo (volume 3) ', Alessandro Dumas (padre)

   

Pagina (193/275)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (193/275)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   191 —
   proprio, tuttavia aveva dell© cose importantissime da dire a Sua Maestà.
   Terminata la conferenza, la regina lo fece chiamare nel suo gabinetto.
   Athos fu introdotto e si fece conoscere. Il suo nome aveva risuonato troppe volte alle orecchie di Sua Maestà, ed aveva vibrato troppe volte nel suo cuore, che non era possibile non lo riconoscesse; nondimeno ella rimase impassibile, accontentandosi di guardare quel gentiluomo con una fissità che non è permessa che alle donne regine, sia per la bellezza che per il sangue.
   — Vi offrite dunque di renderci un servigio, conte? _domandò Anna d'Austria dopo un momento di silenzio'.
   — Sì, signora, ancora un servigio, — disse Athos, colpito di quanto la regina fingeva di non conoscere.
   Aveva il cuore grande Athos, e per conseguenza era poco adatto a fare il cortigiano.
   Anna corrugò le sopracciglia. Mazarino che, seduto davanti ad un tavolo, sfogliava delle carte come avrebbe potuto fare un semplice segretario di Stato, alzò la testa.
   — Parlate, — disse la regina.
   Mazarino si rimise a scorrere le carte.
   — Madama, — riprese Athos, — due nostri amici, due dei più intrepidi servitori di Vostra Maestà, il signor d'Artagnan e il signor du Vallon, mandati in Inghilterra dal cardinale, sono scomparsi ad un tratto nel mentre ponevano piede sul suolo di Francia, e non si sa cosa ne sia avvenuto.
   — Or dunque? —disse la regina.
   — Or dunque, — disse Athos, — io mi rimetto alla benevolenza di Vostra Maestà, per sapere cosa sia accaduto di questi due gentiluomini, riservandomi, in seguito, se è necessario, di rivolgermi alla giustizia.
   — Signore, — rispose Anna d'Austria, con quella fierezza che, di fronte a certi uomini diventava impertinenza, •— perchè mai venite a disturbarci in mezzo alle grandi preoccupazioni che ci tormentano? Una faccenda giudiziaria ! Eh, caro signore, voi lo sapete oppure dovreste saperlo, che noi non apparteniamo più alla polizia da quando abbiamo lasciato Parigi.
   —- Credo che Sua Maestà, — disse Athos, inchinandosi con freddo rispetto, — non avrebbe bisogno di informarsi alla polizia per sapere cosa sia accaduto ai signori d'Artagnan e du Vallon ; e che se ella volesse interrogare il signor