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Venti anni dopo (volume 3)
Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272 |
Digitalizzazione OCR e Pubblicazione a cura di Federico Adamoli
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proprio, tuttavia aveva dell© cose importantissime da dire a Sua Maestà.
Terminata la conferenza, la regina lo fece chiamare nel suo gabinetto.
Athos fu introdotto e si fece conoscere. Il suo nome aveva risuonato troppe volte alle orecchie di Sua Maestà, ed aveva vibrato troppe volte nel suo cuore, che non era possibile non lo riconoscesse; nondimeno ella rimase impassibile, accontentandosi di guardare quel gentiluomo con una fissità che non è permessa che alle donne regine, sia per la bellezza che per il sangue.
— Vi offrite dunque di renderci un servigio, conte? _domandò Anna d'Austria dopo un momento di silenzio'.
— Sì, signora, ancora un servigio, — disse Athos, colpito di quanto la regina fingeva di non conoscere.
Aveva il cuore grande Athos, e per conseguenza era poco adatto a fare il cortigiano.
Anna corrugò le sopracciglia. Mazarino che, seduto davanti ad un tavolo, sfogliava delle carte come avrebbe potuto fare un semplice segretario di Stato, alzò la testa.
— Parlate, — disse la regina.
Mazarino si rimise a scorrere le carte.
— Madama, — riprese Athos, — due nostri amici, due dei più intrepidi servitori di Vostra Maestà, il signor d'Artagnan e il signor du Vallon, mandati in Inghilterra dal cardinale, sono scomparsi ad un tratto nel mentre ponevano piede sul suolo di Francia, e non si sa cosa ne sia avvenuto.
— Or dunque? —disse la regina.
— Or dunque, — disse Athos, — io mi rimetto alla benevolenza di Vostra Maestà, per sapere cosa sia accaduto di questi due gentiluomini, riservandomi, in seguito, se è necessario, di rivolgermi alla giustizia.
— Signore, — rispose Anna d'Austria, con quella fierezza che, di fronte a certi uomini diventava impertinenza, •— perchè mai venite a disturbarci in mezzo alle grandi preoccupazioni che ci tormentano? Una faccenda giudiziaria ! Eh, caro signore, voi lo sapete oppure dovreste saperlo, che noi non apparteniamo più alla polizia da quando abbiamo lasciato Parigi.
—- Credo che Sua Maestà, — disse Athos, inchinandosi con freddo rispetto, — non avrebbe bisogno di informarsi alla polizia per sapere cosa sia accaduto ai signori d'Artagnan e du Vallon ; e che se ella volesse interrogare il signor

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