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Venti anni dopo (volume 3)
Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272 |
Digitalizzazione OCR e Pubblicazione a cura di Federico Adamoli
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— 189 — .
eh© arrischiamo^ più niente. Al termine di ventiquat-tr'ore noi siamo tutti e quattro fuori.
_ Caro mio, da quando ho ucciso Chàtillon, l'idolo delle
signore di San Germano, ho troppa notorietà intorno alla mia persona per non temere maggiormente la prigione. La regina sarà capace di seguire i consigli di Mazarino in questa occasione, ed il consiglio che le darà Mazarino sarà di farmi giudicare.
— Ma credete voi, Aramis, ch'essa ami quell'italiano al punto che si dice?
— Ella ha amato pure un inglese.
— Eh! mio caro, essa è donna!
— No, voi vi ingannate, Athos, essa è regina!
~ Caro amico, io mi abbasso e vado a domandar udienza ad Anna d'Austria.
— Addio, Athos, vado a prendere un'armata.
— Per che fare?
— Per ritornare ad assediare Rueil.
— Dove ci ritroveremo?
— Ai piedi del patibolo del cardinale.
E i due amici si separarono: Aramis per far ritorno a Parigi, Athos per aprirsi con alcuni maneggi preparatori il passo fino alla regina.
LXXXV.
La riconoscenza di Anna d'Austria.
Athos provò molto meno difficoltà di quanto 6Ì era immaginato a farsi ricevere da Anna d'Austria; al primo passo, tutto si spianò al contrario, e l'udienza che desiderava gli fu concessa pel giorno dopo, in grazia alla levatura della sua nascita che gli dava il diritto di assistervi.
Una folla di gente gremiva gli appartamenti di San Germano; mai al Louvre ne al Palazzo Reale Anna d'Austria aveva avuto un numero maggiore di corteggiatori ; però quel movimento s'era prodotto tra quella gente che apparteneva alla nobiltà secondaria, mentre tutti i primi gentiluomini di Francia erano in casa del signor di Conti, di Beaufort e del Coadiutore.

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