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Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 186 — .
   — No, signore, non lo credo.
   Suvvia, disse Aramis, — è sempre una consola-
   zione. .
   _ E sapete dove li hanno condotti? — domandò Athos.
   — Dalla parte di Louvres.
   _ Lasciamo qui Grimaud e Blaisois, — -disse Athos, —
   ritorneranno demani a Parigi coi cavalli, che oggi lascerebbero per strada, e prendiamo i cavalli freschi.
   _ Sta bene, — disse Aramis.
   Si mandò a cercare dei cavalli. In quel frattempo, i due amici fecero in fretta colazione; essi volevano continuare la loro strada per provare se avessero trovato indicazioni a Louvres.
   Quando arrivarono in questa città, non trovarono che un albergo. Vi si beveva un liquore che conserva ancora buona fama e che si fabbricava già in quel tempo.
   — Discendiamo qui, — disse Athos ; —- d'Artagnan non avrà mancato in questa occasione, non solo di berne un bicchiere, ma anche di lasciarci un indizio.
   Essi entrarono e domandarono due bicchieri di liquore sul banco, come avevano dovuto domandarli d'Artagnan e Porthos. Il banco sul quale si beveva era coperto ordinariamente d'una lastra di stagno. Su quella lastra era scritta colla punta d'un grosso spillo: « Rueil, D. ».
   — Essi sono a Rueil ! — disse Aramis, il quale fu colpito per primo da quella iscrizione.
   — Andiamo dunque a Rueil, — disse Athos.
   — È come gettarsi in bocca al lupo, — disse Aramis.
   — Se io fossi l'amico di Giona come lo sono di d'Artagnan, — disse Athos, lo avrei seguito persino nel ventre della balena, e voi fareste come me, Aramis.
   — Decisamente, mio caro conte, credo che voi mi dipingiate più bello di quanto sono. Se fossi solo, non so se andrei così a Rueil senza tante cautele; ma giacche ci andate voi, vengo anch'io.
   Essi presero i nuovi cavalli e partirono.
   Athos senza saperlo, aveva dato ad Aramis il miglior consiglio che avesse potuto trovare. I deputati del parlamento erano arrivati a Rueil per quelle famose conferenze che dovevano durare tre settimane e provocare quella pace zoppicante, in seguito alla quale il principe fu arrestato. Rueil era ingombra da parte dei parigini, da avvocati, da presidenti, da consiglieri, da salamistri d'ogni specie; e alla fine, dalla corte, dai gentiluomini, ufficiali e