Stai consultando: 'Venti anni dopo (volume 3) ', Alessandro Dumas (padre)

   

Pagina (184/275)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (184/275)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 182 —-
   LXXXIV.
   La strada di Piccardia.
   Athos ed Aramis, tanto sicuri in Parigi, non dissimulavano che appena avessero messo piede fuori della capitale, arrischiavano grandi pericoli; ma sappiamo cosa voleva dire pericolo per uomini di quella fatta. Del resto essi intuivano che lo scioglimento di quella seconda odissea si avvicinava, e che non rimaneva altro che da assestare un ultimo colpo.
   Per altro, Parigi stesso non era tranquillo; i viveri cominciavano a mancare, e quando qualche generale di monsignore il principe valeva ripristinare la sua potenza, succedeva una piccola sommossa che egli reprimeva e ciò gli dava un attimo di superiorità sui suoi colleghi.
   Durante una di queste sommosse, il signor di Beaufort aveva fatto saccheggiare la casa di monsignor Mazarino per dare, come lui diceva, qualche cosa da rosicchiare a quella povera gente.
   Athos ed Aramis lasciarono Parigi durante quel colpo di Stato, il quale aveva avuto luogo la sera stessa che i parigini erano stati sconfitti a Charenton.
   Tutti e due lasciarono Parigi nella miseria e quasi affamata, agitata dal timore, dilaniata dalle fazioni. Parigini e frondisti, essi si aspettavano di trovare la stessa miseria, gli stessi timori, gli stessi intrighi nel campo nemico. Quindi la loro sorpresa era più che giustificata, quando passando per San Dionigi essi appresero che a San Germano si rideva, si cantava e si menava vita allegra. I due gentiluomini presero due vie fuori di mano, prima di tutto per non cadere tra le grinfe dei mazariniani sparsi nell'Isola di Francia, poi per sfuggire ai frondisti che tenevano la Normandia, e che non avrebbero mancato di condurli al signor di Longueville perchè questi riconoscesse se essi erano amici o nemici. Una volta sfuggiti a quei due pericoli, essi raggiunsero la strada di Boulogne ad Abbeville, e la seguirono passo a passo.
   Però furono un momento indecisi ; due o tre albergatori