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Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 180 —
   _ Oome ! voi sapevate che noi eravamo colà, e avete tentato di uccidere il vostro amico,^ il cavaliere?
   _ avevo riconosciuto il signor cavaliere sotto la sua
   armatura _ disse arrossendo Raoul, — ma avrei dovuto
   riconoscerlo dalla sua sveltezza e dal suo sangue freddo.
   _ Grazie del complimento, amico mio, — disse Aramis,
   _vec[.6 che vi hanno dato delle lezioni di cortesia. Ma,
   voi dite che andate a Reuil ?
   — Sì.
   _ Dal cardinale?
   — Certo. Ho una lettera del principe per Sua Eminenza.
   — Bisogna portarla, — disse Athos.
   — Oh ! in quanto a ciò, un momento : bando alla falsa generosità, conte. Che diamine ! la nostra sorte, e quelk> che più importa, la sorte dei nostri amici forse è in questo dispaccio.
   — Ma non bisogna che questo giovane venga meno al suo dovere, — disse Athos.
   — Prima di tutto, conte, questo giovane è prigioniero, voi lo dimenticate. Quello che noi facciamo è compatibile colle leggi di guerra. D'altra parte dei vincitori non devono far gli schizzinosi sulla scelta dei mezzi. Date qua la lettera, Raoul.
   Raoul esitò, guardando Athos come per cercare una regola di condotta negli occhi di lui.
   — Dategli il dispaccio, Raoul, — disse Athos, — voi siete prigioniero del cavaliere d'Herblay.
   Raoul cedette con ripugnanza, ma Aramis, meno scrupoloso del conte de La Fère, afferrò il dispaccio con premura, lo lesse, e rendendolo ad Athos:
   — Voi che siete credente, — diss'egli, — leggete e osservate, riflettendo, alcune cose che la Provvidenza crede bene che noi sappiamo.
   Athos prese la lettera, aggrottando le ciglia, ma era tanto convinto che la lettera contenesse poco di buono, che neanche d'Artagnan sarebbe riuscito a fargli vincere il disgusto che provava nel leggerla.
   Eccone il contenuto:
   « Monsignore, manderò questa sera a Vostra Eminenza, per rinforzare le truppe del signor di Comminges i dieci uomini che domandate. Sono dei buoni soldati, capaci a contenere i due violenti avversari dei quali Vostra Eminenza teme l'audacia e la risoluzione ».
   — Oh ! oh ! — disse Athos.