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arrestò di botto Tarmata del re, che parve un momento sconvolta. Cionondimeno questo durò poco, ed essa andò a rifornirsi dietro un gruppo di case ed un folto di piante.
Chanleu credette che fosse giunto il momento; si slanciò alla testa di due reggimenti per inseguire l'armata reale, ma come abbiamo detto, essa si era rinforzata e ritornava alla carica, guidata dal signor di Chàtillon in persona. L'assalto fu impetuoso e condotto così abilmente che Chanleu ed i suoi si trovarono quasi circondati. Chanleu ordinò la ritirata, che cominciò ad eseguirsi adagio, ordinatamente. Sfortunatamente, in capo ad un istante, Chanleu cadde mortalmente ferito. Il signor di Chàtillon lo vide cadere ed annunciò ad alta voce quella morte, che raddoppiò il coraggio dell'armata reale, e demoralizzò completamente i due reggimenti, coi quali Chanleu aveva fatto la sua bravata. Per conseguenza, ognuno pensò alla sua salvezza e non s'occupò d'altro che di far ritorno alle trincee, dietro le quali il Coadiutore provava a rinforzare il suo reggimento sbaragliato.
Improvvisamente uno squadrone di cavalleria venne incontro ai vincitori che entravano alla rinfusa coi fuggiaschi nelle trincee. Athos ed Aramis fecero impeto in prima fila, Aramis colla spada e la pistola in mano. Athos colla spada nel fodero e le pistole nelle borse. Athos era calmo e freddo come in una rivista, solo il 6UO bello e nobile sguardo si rattristava vedendo sgozzarsi tra di loro tanti uomini che si sacrificavano da un lato alla cocciutaggine reale, dall'altro al rancore dei principi. Aramis, al contrario, uccideva e si inebriava a poco a poco secondo la sua abitudine. I suoi occhi vivaci divenivano ardenti; la sua bocca finemente incisa sorrideva d'un lugubre sorriso; le sue narici aperte aspiravano l'odore del sangue ; ogni suo colpo di spada colpiva giusto, ed il calcio della sua rivoltella sterminava, ammazzava i feriti che provavano a rialzarsi.
Dal lato opposto, e nelle file dell'armata reale, due cavalieri, l'uno coperto d'una corazza dorata, l'altro da un semplice giaco di pelle di bufalo, dal quale sortivano le maniche d'un giustacuore di velluto turchino, facevano impeto in prima fila. Il cavaliere dalla corazza dorata andò ad urtare Aramis e gli vibrò un colpo di spada che Aramis parò colla sua solita destrezza.
# — Ah ! siete voi, signor di Chàtillon ! — esclamò il cavaliere ; — siate il benvenuto, vi aspettavo !
Dumas. Venti anni dopo. — iii
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