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¦— Glie ! — disse Aramis voltandosi indietro, — mi pare che facciano un bel fracasso dietro di noi.
— È vero, viene alla nostra volta uno stuolo di cavalieri ! — disse Chàtillon.
— Riconosco monsignor il Coadiutore dal suo cappello alla fronda.
— Ed io il signor di Beaufort dalle sue piume bianche.
— Essi vengono al galoppo. Il signor principe è con loro. Ah, ecco che li lascia.
— Suonano adunata, — esclamò Chàtillon, — sentite? bisogna informarci.
In fatti si vedevano i soldati correre a prendere le armi, i cavalieri che erano a piedi saltavano in sella, le trombe suonavano, i tamburi rullavano ; il signor di Beaufort snudò la spada.
Dal canto suo il principe fece un segno di chiamata, e tutti gli ufficiali dell'armata reale, mischiati momentaneamente alle truppe parigine, corsero a lui.
— Dunque, — disse Chàtillon, — l'armistizio è rotto, è evidente; si sta per battersi; ritornate dunque a Charenton, poiché fra poco darò l'assalto. Ecco il segnale che mi dà il principe.
In fatti una cornetta innalzava per tre volte la bandiera di monsignor il principe.
— Arrivederci, signor cavaliere, — esclamò Chàtillon.
E partì al galoppo per raggiungere la sua scorta.
Athos ed Aramis spronarono i cavalli anche loro e andarono a salutare il Coadiutore e monsignore di Beaufort. Quanto al signor di Bouillon, aveva avuto verso la fine della discussione un accesso di gotta così terribile che erano stati costretti a trasportarlo a Parigi in lettiga.
In compenso il duca d'Elboeuf, circondato dai suoi quattro figli come da uno stato maggiore, percorreva le fila dell'armata parigina.
Frattanto, tra Charenton e l'armata reale si formava un lungo spazio vuoto che sembrava prepararsi per servire da ultimo letto ai cadaveri.
— Quel Mazarino é un vero disonore per la Francia, — disse il Coadiutore stringendosi il cinturone della spada che portava alla guisa degli antichi prelati militari, sulla sua veste episcopale. — È un gaglioffo che vorrebbe governare la Francia come una fattoria. Perciò la Francia non può sperare la prosperità e la tranquillità che quando egli ne sarà uscito.