— 169 —-
ricevuto un messaggio dal principe di Condó, è andato a raggiungerlo a Saint Cloud e non è più ritornato.
— Non avete veduto madama di Chevreuse?
— Essa non era in casa. E voi, Aramis, dovevate passare da madama di Longueville?
— Oi sono stato infatti.
— Or bene?
— Nemmeno essa era in casa, ma almeno aveva lasciato l'indirizzo della 6ua nuova abitazione.
•— Dove stava ?
— Indovinatelo, tra mille!
— Come volete ch'io indivini dov'è a mezzanotte la più bella e la più attiva di tutte le frondiste? giacché presumo che siate andato da lei quando mi avete lasciato !
— Al Palazzo di città, mio caro!
— Come, al Palazzo di Città ! L'hanno dunque nominata podestà dei mercanti?
— No, ma si è creata regina di Parigi per interim, e siccome ella non ha ardito di primo acchito ad andare a stabilirsi a Palazzo Reale o alle Tuileries, si è collocata, al Palazzo Municipale, ove ella dà senza tregua un erede od una ereditiera a quel caro duca.
— Voi non mi avevate messo al fatto di questa circostanza, Aramis, — disse Athos.
— Ohibò ! è vero ! fu una dimenticanza però, scusatemi.
— Adesso, — disse Athos, — che faremo sino a questa sera? Eccoci nell'ozio a quanto pare.
— Voi dimenticate, amico mio, che abbiamo il lavoro già bello e preparato.
— Dove?
— Da parte di Charenton, perbacco ! ho la speranza, in seguito alla sua promessa, di incontrare colà un certo signor di Chàtillon che detestavo da molto tempo.
— E per quale motivo?
— Perchè è un fratello di un certo signor di Coligny.
— Ah, è vero, dimenticavo... il quale ha preteso l'onore di essere vostro rivale. Egli è stato punito molto crudelmente di quell'audacia, mio caro, e davvero, ciò dovrebbe bastarvi.
— Sì, ma cosa volete? ciò non mi basta affatto. Io tengo Tancore; è il solo punto pel quale tengo alla chiesa. Però, come comprendete Athos, voi non avete nessun obbligo di seguirmi ! .
— Suvvia, — disse Athos, — voi scherzate 1