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Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 168 —-
   _ Qr bene, —- domandò Athos quando egli ed Aramis
   furono nella barca, — cominciate a credere, amico mio, che noi avremmo giocato un tiro piuttosto brutto a quella
   gente, arrestando Mazarino?
   _ y€j 8iete la saggezza incarnata, Athos, — rispose
   ^Quello che aveva colpito sopratutto i due amici, era la poca importanza che avevano preso alla corte di Francia gli avvenimenti terribili che erano accaduti in Inghilterra e che a loro sembrava dovessero occupare l'attenzione di tutta Europa.
   Infatti, tacendo che una povera vedova e una reale orfa-nella piangevano in un angolo del Louvre, nessuno sembrava sapere che avesse esistito un re Carlo I e che questo re fosse morto sul patibolo.
   I due amici si erano dati convegno pel domani mattina alle, dieci, poiché, quantunque la notte fosse avanzata, quando essi arrivarono alla porta dell'albergo, Aramis aveva preteso che vi fossero ancora delle visite d'importanza da fare e aveva lasciato che Athos entrasse solo.
   II domani alle dieci in punto essi erano riuniti. Dalle sed del mattino Athos era uscito per conto suo.
   — Or bene, avete avuto delle nuove? — domandò Athos.
   — Nessuna; d'Artagnan non si è visto in nessuna parte, e Porthos non si è fatto ancor vivo. E da voi?
   — Niente.
   — Diavolo! — fece Aramis.
   — Infatti, — disse Athos, — questo ritardo non è naturale; essi hanno preso la via più diritta, e per conseguenza avrebbero dovuto arrivare prima di noi.
   — Aggiungete a ciò, — disse Aramis, — che noi conosciamo d'Artagnan per la rapidità delle sue manovre, e che non è uomo da perdere un'ora, sapendo che noi l'aspettiamo...
   — Contava di esser qui alle cinque, se vi ricordate.
   — Ed eccoci alle nove. È questa sera che scade il termine.
   — Cosa fate conto di fare, — domandò Athos, — se questa sera non abbiamo notizie?
   — Perdio ! ci metteremo in cerca !
   — Sta bene, — disse Athos.
   — Ma Raoul? — domandò Aramis.
   Una tenue nube offuscò la fronte del conte.
   — Raoul mi inquieta molto; — diss'egli, — ieri ha