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Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 167 —-
   chiamare uno staffiere e di mettergli una mezza doppia in mano.
   — Oh ! giusto, — esclamò Aramis, — non mi sbaglio mica... 6Ì... no... si è Bazin ; venite qui, minchione!
   Bazin che in quel momento attraversava 1'anticamera, vestito maestosamente coi suoi abiti ecclesiastici, si volse indietro colle sopracciglia corrugate, per vedere chi era l'impertinente che l'apostrofava in quella maniera. Ma appena riconobbe Aramis, la tigre si fece agnello, e avvicinandosi ai due gentiluomini:
   — Come! — diss'egli, — siete voi, signor cavaliere! siete voi, signor conte! Eccovi qui tutti e due nel momento che eravamo tanto inquieti sul vostro conto ! Oh ! quanto sono lieto di vedervi !
   — Sta bene, sta bene, mastro Bazin, — disse Aramis; — bando ai complimenti ; noi veniamo per vedere il signor Coadiutore, ma abbiamo fretta, e bisogna che lo vediamo subito, subito.
   — Come ! — disse Bazin, — subito*, sul momento, siamo intesi ; non voglio certo far fare anticamera a dei signori del vostro rango. Ma in questo momento è in colloquio segreto col signor di Bruy.
   — Di Bruy ! — esclamarono insieme Athos ed Aramis.
   — Sì, sono stato io ad annunciarlo, e mi ricordo perfettamente il suo nome. Lo conoscete, signore? — aggiunse Bazin, volgendosi verso Aramis.
   — Mi pare di conoscerlo,
   — Non posso assicurarlo, — rispose Bazin, — poiché era così ben avvolto nel 6uo mantello, che, per quanto mi sia sforzato non ho potuto vedere la più piccola parte del suo viso. Ma ora che entro per annunciarvi, forse sarò più
   - fortunato.
   — È inutile, — disse Aramis, — noi rinunciamo a vedere il signor Coadiutore per questa sera, non è vero Athos ?
   — Come credete, — disse il conte.
   — Sì, vi sono delle faccende troppo gravi da trattare col signor di Bruy.
   — E gli annuncerò che questi signori erano venuti all'arcivescovado.
   — No, non vale la pena, — disse Aramis, — venite, Athos.
   Ed i due amici, facendosi largo tra la folla degli staffieri, uscirono dall'arcivescovado seguiti da Bazin che testimoniava la loro importanza, prodigando loro il saluto.