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Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 165 —-
   — Prende un reggimento al quale dà il suo nome, il reggimento di Corinto. Crea dei luogotenenti e dei capitani, nè più nè meno di un maresciallo di Francia, e dei colonnelli come il re.
   — Sì, — disse Aramis, — ma quando bisogna battersi spero che rimanga al suo arcivescovado?
   — Or bene, niente affatto, eoco dove vi sbagliate, signor d'Herblay! Quando bisogna battersi, egli si batte; di modo che, come la morte di suo zio gli diede Un seggio al parlamento, ora lo si ha sempre tra le gambe; al parlamento, al consiglio, al combattimento. Il principe Conti è un generale degno da farne un quadro, e quale dipinto ! Un principe gobbo ! Ah, ah ! tutto questo va male, signore, molto male!
   — Di modo che Vostra Altezza è malcontenta? — disse Athos, scambiando uno sguardo con Aramis.
   — Malcontenta, conte! dite la mia Altezza è furiosa. Lo è al punto, toh, lo dico a voi, non lo dissi ad altri, al punto che se la regina, riconoscendo i suoi torti verso di me richiamasse mia madre esiliata e mi desse la sorveglianza dell'ammiragliato che apparteneva a mio padre e che mi era stato promesso alla di lui morte, or bene! io non sarei contrario ad ammaestrare dei cani, ai quali insegnerei a dire che vi sono in Francia dei ladri ancora più famosi di jnonsignor Mazarino.
   Non fu solo uno sguardo, ma anche un sorriso che si scambiarono Athos ed Aramis; e se non li avessero incontrati essi avrebbero indovinato che i signori Chàtillon e Flamarens, erano passati di là. Perciò non dissero verbo della presenza a Parigi di monsignor Mazarino.
   — Monsignore, —disse Athos, — eccoci soddisfatti. Noi, venendo a quest'ora in casa vostra, non avevamo altro scopo che di attestarvi la nostra devozione, e di dirvi che noi ci teniamo a vostra disposizione come i vostri più fedeli servitori.
   — Come i miei più fedeli amici, signori ! voi l'avete provato, vi proverò, spero, che io pure sono rimasto vostro amico come questi signori, come diavolo li chiamate voi, d'Artagnan e Porthos?
   — D'Artagnan e Porthos.
   — Ah! sì, va bene. Perciò, voi comprendete, conte di La Fère, e voi cavaliere d'Herblay, sempre e tutto per voi.
   Athos ed Aramis fecero l'inchino ed uscirono.
   — Mio caro Athos, — disse Aramis, — mi pare che