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Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 163 —-
   al cortile, mandò un grido di sorpresa e andò a gettarsi loro in braccio.
   — Conte de La Fere, — esclamò quell'uomo, — cavaliere d'Herblay! come, siete voi qui a Parigi?
   _ Rochefort! — esclamarono insieme i due amici.
   — Sì, senza fallo; noi siamo arrivati come vedete, dal Vendomese, or sono quattro o cinque giorni, e ci apprestiamo a dar del filo da torcere a Mazarino. Presumo che siete sempre dei nostri?
   — Più che mai. Ed il duca?
   — È adirato contro il cardinale. Voi conoscete i trionfi del nostro caro duca ! è il vero re di Parigi, non può uscire senza arrischiare di venir soffocato.
   — Ah! tanto meglio, — disse Aramis; — ma ditemi, non sono i signori di Flamarens e di Chatillon che uscirono di qui?
   — Sì, essi ebbero udienza dal duca, essi erano mandati da Mazarino di sicuro, ma essi avranno trovato chi fa per loro, ve lo garantisco io.
   — Alla buon'ora ! — disse Athos. — E non si potrebbe aver l'onore di vedere sua Altezza?
   — Diavolo ! ma subito ; lo sapete che per voi è sempre visibile. Seguitemi, vi chiedo l'onore di presentarvi.
   Rochefort camminò avanti. Tutte le porte si aprirono davanti a lui e davanti ai suoi amici. Essi trovarono il signor di Beaufort in procinto di mettersi a tavola. Le mille occupazioni della serata avevano ritardata la sua cena fino a quel momento; ma a dispetto della gravità della circostanza, il principe appena ebbe udito i nomi che gli annunciava Rochefort, si alzò dalla sedia che stava per appressare alla tavola e avanzandosi vivacemente incontro ai suoi amici, disse :
   — Ah! perbacco, siate i benvenuti, signori. Voi venite a cenare un poco in mia compagnia, non è vero ? Boisjoli, avverti Noirmont che ho due invitati. Voi conoscete Noir-mont, non è vero, signori? è il mio padrone di casa, il successore di papà Martello, che fabbrica gli eccellenti pasticci che voi conoscete. Boisjoli, digli di portarcene uno fatto a modo suo, ma non del genere di quello che fece per La Ramée. Dio sia lodato ; noi non abbiamo più bisogno di scale di corda, di pugnali, nè di pere d'angoscia per imbavagliare.
   — Signore, — disse Athos, — non incomodate per noi il vostro illustre padrone di casa, del quale noi conosciamo