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Venti anni dopo (volume 3)

Alessandro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 162 - -
   ¦— Or dunque, vedete, io sono ben lieto che voi gli rendiate questa testimonianza ; ha del buono in fondo il cardinale, e se non fu estraneo... or bene! Dio gli renderà giustizia. Ahi! diavolo d'una gotta!
   Athos ed Aramis uscirono, ma le grida del signor di Bouillon li accompagnarono fino nell'anticamera; era evidènte che il povero principe soffriva come un dannato.
   Giunto alla porta della strada Aramis domandò :
   — Or dunque, Athos, che pensate?
   — Di chi?
   — Del signor di Bouillon, per bacco!
   - Amico mio, io penso quel che ne pensano le strofette della nostra guida, — riprese Athos.
   — Perciò, — disse Aramis, — vedete che non gli ho detto una parola dell'oggetto che ci aveva condotti.
   — E avete agito assennatamente, altrimenti gli avreste fatto venire un accesso. Andiamo dal signor di Beaufort.
   E i due amici si avviarono verso il palazzo di Vendòme.
   Quando arrivarono suonavano le dieci.
   Il palazzo di Vendòme non era meno custodito e presentava un aspetto non meno bellicoso di quello di Bouillon. Vi erano sentinelle, postate nella corte, fasci d'armi, cavalli sellati legati alle anella. Due cavalieri uscivano, mentre Athos ed Aramis entravano, e furono costretti a far fare un passo indietro alle loro cavalcature per lasciar passare i nuovi arrivati.
   — Ah, ah! signori, — disse Aramis, — è proprio la notte degli incontri, confesso che saremmo ben disgraziati, dopo d'esserci incontrati tanto spesso questa sera, se non riuscissimo a incontrarci domani.
   — Oh ! riguardo a ciò, signore, — rispose Chàtillon (giacché era lui stesso che usciva con Flamarens dalla casa del duca di Beaufort), — voi potete star tranquillo: se ci incontriamo di notte senza cercarci, a più forte ragione ci incontreremo di giorno cercandoci.
   — Lo spero, signore, — disse Aramis.
   — Ed io ne 6ono sicuro, -— disse il duca.
   I signori di Flamarens e Chàtillon continuarono la loro strada, ed Athos ed Aramis smontarono da cavallo.
   Avevano appena lasciata la briglia dei loro cavalli in ma-no ai loro staffieri e s'erano sbarazzati dei loro mantelli, quando un uomo li avvicinò, e dopo averli guardati un momento alla incerta luce di una lanterna sospesa in mezzo