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— Ora nii permetterete una cosa, non è vero?
— Quale?
— Che io mi rechi all'albergo del Grande Imperatore Carlomagno per abbracciare Raoul.
— Ma caspita! verrò anch'io con voi e lo abbracceremo insieme.
Tutti e due avevano ripreso la barca che li aveva condotti e s'erano fatti trasportare alla piazza. Colà vi trovarono Grimaud e Blaisois, che tenevano i loro cavalli e tutti e quattro s'avviarono verso la via Goguenard.
Ma Raoul non c'era all'albergo del Gran Re; aveva ricevuto in quel giorno un messaggio dal principe ed era partito con Oliviero appena l'aveva ricevuto.
• LXXXII.
i tre luogotenenti del generalissimo.
Seguendo quanto era stato convenuto e nell'ordine tra essi stabilito, Athos ed Aramis, uscendo dall'albergo del Gran Re Carlomagno, s'incamminarono verso l'albergo del duca di Bouillon.
La notte era buia, benché inoltrandosi verso le ore silenziose e solitarie, essa continuasse a risuonare di quei mille rumori che svegliano di soprassalto una città assediata. Ad ogni passo incontravano delle barricate, ad ogni angolo di via delle catene tese, ad ogni crocicchio dei bivacchi; le pattuglie s'incontravano scambiandosi la parola d'ordine; i messaggeri spediti dai capi diversi passavano per le piazze; finalmente dei dialoghi concitati, che indicavano l'agitazione delle menti, si stabilivano tra i pacifici abitanti che stavano alle finestre, ed i concittadini più bellicosi che percorrevano le contrade con la partigiana sulla spalla o l'archibugio al braccio.
Athos ed Aramis non potevano avanzare di cento passi senza essere fermati dalle sentinelle alle barricate, che domandavano loro la parola d'ordine; ma essi avevano risposto che andavano dal signor di Bouillon per dargli una notizia importante, e si erano accontentati di dar loro una guida, che, sotto pretesto di accompagnarli, e di facilitar