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loro, che noi siamo capaci di qualche cosa. Del resto, io non sono dispiacente che abbiano differito la cosa a domani, poiché credo che questa sera avremo qualche cosa di meglio da fare che tirar di spada.
— Cosa abbiamo da fare?
— Ei diamine ! abbiamo da fare a prendere Mazarino !
Athos protrasse sdegnosamente le labbra.
— Queste spedizioni non mi piacciono, voi lo sapete, Aramis.
— Perchè?
— Perchè somigliano a delle sorprese.
— Davvero Athos, che voi sareste un generale d'esercito molto particolare ; voi non vi battereste che co'l sole ; voi avvisereste il nemico a che ora lo attacchereste, e vi guardereste bene dal tentar di notte alcunché contro di lui, per paura che vi si accusasse di aver approfittato dell'oscurità.
Athos sorrise.
— Voi sapete che non si può mutare il proprio temperamento, — diss'egli, — d'altra parte, voi sapete dove noi siamo; e 6e l'arresto di Mazarino fosse un male piuttosto che un bene? un imbarazzo invece d'un trionfo?
— Dite, Athos, che voi disapprovate la mia proposta.
— Niente affatto, credo al contrario che sia di buona guerra; però...
— Però che cosa?
— Credo che voi non avreste dovuto far giurare quei signori di non dir nulla a Mazarino; poiché facendo loro giurare così, voi avete quasi preso l'impegno di non far nulla.
— Non ho preso alcun impegno, lo giuro ; io mi considero come perfettamente libero, suvvia, andiamo Athos'
— Dove?
— Dal signor di Beaufort e dal signor di Bouillon; diremo loro cosa c'è di nuovo.
— Sì ma ad un patto: cioè che non cominciamo dal Coadiutore. È un prete; è uno scienziato 6ui casi di coscienza, e noi gli conteremo il nostro.
— Ah! — disse Aramis, — ci guasterà tutto, si approprerà di tutto; finiamo con lui, invece di incominciare.
Athos sorrise. Si vedeva che aveva in fondo al cuore un pensiero che non diceva.
— Or bene, sia, — diss'egli, — da chi cominceremo ?
— Dal signor di Bouillon se non v'incomoda ; è il primo che si presenta sulla nostra via.