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dna come Vostra Maestà, come si agirebbe con una donna della nostra condizione. Regina, destinata ad ogni martirio su questa terra, ecco il risultato della missione di cui Voi
ci avete onorati. .
Ed Athos inginocchiandosi davanti alla regina gelida e palpitante, cavò dal seno, rinchiuso nella stessa scatola, l'ordine in diamanti che prima della sua partenza la regina aveva consegnato a lord de Winter, e l'anello nuziale che prima della sua morte Carlo aveva consegnato ad Aramis ; da quando 'li aveva ricevuti, Athos non s'era mai diviso da quei due oggetti.
Egli aprì la scatola e li porse alla regina con un dolore muto e profondo.
La regina allungò la mano, strinse l'anello, lo portò convulsivamente alle labbra, e senza poter mandare un sospiro, senza poter articolare un singhiozzo, ella allungò le braccia, impallidì e cadde priva di sensi tra le braccia delle sue dame e della sua figliola.
Athos baciò il lembo della veste della, vedova sventurata, ed alzandosi con una maestà che fece una profonda impressione fra gli astanti, disse:
— Io, conte de La Fere, gentiluomo che non ha mai mentito, giuro prima davanti a Dio e poi davanti a questa povera regina, che tutto quanto era possibile di fare per salvare il re, noi l'abbiamo fatto sul suolo d'Inghilterra. Adesso, cavaliere, — aggiunse volgendosi verso d'Herblay, — partiamo, il nostro dovere è compiuto.
— Non ancora, — disse Aramis, — ci resta ancora una parola da dire a questi signori.
E voltandosi verso Chatillon :
— Signore, — gli disse, — non vi spiacerebbe di uscire un momento per udire una parola che non posso dirvi davanti alla regina?
Chatillon s'inchinò senza rispondere in segno d'assenso; Athos ed Aramis uscirono pei primi, Chatillon e Flama-rens li seguirono, attraversarono senza dir motto il vestibolo; ma giunti ad una terrazza allo stesso livello di una finestra, Aramis vi ei incamminò, essendo quel luogo solitario; alla finestra si fermò, e voltandosi verso il duca di Chatillon, disse:
— Signore, voi vi siete permesso poco fa, di trattarci molto cavallerescamente. Ciò non si conveniva in nessun caso, meno ancora da parte di gente che venivano a portare alla regina il messaggio d'un mentitore.