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— fate attenzione, perchè uno dei tre uomini che è uscito poco fa, m'ha detto sottovoce di non fidarmi di questi si-
firnori.
_ jjd j0 _ rispose Planchet con maestà, — vi dico
che 'li conosco e che rispondo io.
Detto questo strinse la mano a Grimaud, che parve molto onorato di quella distinzione. ^
_ Arrivederci, dunque, capitano, — riprese Aramis col
suo tono beffardo; — se ci accadesse qualche cosa, noi ci appelleremmo a voi.
_ Signore, — disse Planchet, — in questa come in ogni
occasione, io sono sempre il vostro servo.
— Questo mariuolo ha dello spirito, e molto, — disse Aramis montando a cavallo.
— E come volete che non ne abbia, — disse Athos mettendosi in sella egli pure, — dopo aver spazzolato per tanto tempo i cappelli del suo padrone?
LXXXI.
Gli Ambasciatori. »
I due amici si misero tosto in cammino, discendendo la china ripida del sobborgo; ma giunti in basso di quel declivio, essi videro con grande meraviglia che le vie di Parigi erano cambiate in fiumi, e le piazze in laghi.
In conseguenza delle pioggie che avevano imperversato durante il mese di gennaio, la Senna aveva straripato ed aveva invaso a poco a poco circa metà della capitale.
Athos ed Aramis entrarono coraggiosamente in quell'inondazione coi loro cavalli; ma tosto i poveri cavalli furono immersi fino al petto, e bisognò che i due gentiluomini si decidessero a lasciarli ed a prendere una barca : cosa che fecero, dopo aver raccomandato ai servitori di attenderli in piazza.
Perciò giunsero al Louvre in barca. Era notte alta, e Parigi visto così alla luce di alcuni pallide lanterne tremolanti, in mezzo a tutti quegli stagni, colle sue barche cariche di pattuglie dalle armi scintillanti, con tutti quei gridi di sveglia scambiati di notte da un posto all'altro, Parigi